Salute, sapienza del cuore

Domenica 25 gennaio appuntamento nella chiesa di San Domenico di Rieti per l’incontro formativo in vista della Giornata Mondiale del Malato.

Sarà celebrata l’11 febbraio la 23ª Giornata Mondiale del Malato. E come ogni anno, la Diocesi di Rieti, tramite l’Ufficio dedicato alla Pastorale della Salute, prepara i fedeli, i malati e quanti lavorano al fianco dei sofferenti con uno specifico appuntamento. L’appuntamento è per domenica 25 gennaio, ma non abbiamo mancato di chiedere al diacono Nazzareno Iacopini, direttore dell’Ufficio, qualche anticipazione.

Direttore, quest’anno il tema della Giornata Mondiale del Malato ruota attorno alla Sapientia Cordis, alla sapienza del cuore. Cosa vuol dire?

Il cuore è la sintesi di intelligenza, volontà, amore e azione. In questa sintesi il cristiano deve sapere discernere il bene dal male nel suo cammino di vita, ma lo stesso si deve dire della Chiesa, per vivere intimamente e profondamente la sua missione di popolo di Dio.

Per il momento formativo che precede la Giornata torna a Rieti mons. Andrea Manto…

Sì, a lui il compito di prepararci tutti quanti ad una riflessione profonda ed autentica su questo messaggio Cristiano. Si tratta di indagare il modo in cui l’individuo diviene parte della collettività cattolica e quindi mattone fondante e fondamentale di quell’edificio che chiamiamo Chiesa. Don Andrea Manto dal punto di vista della Pastorale della Salute ha una marcia in più perché è sia medico che sacerdote. Per anni ha vissuto la sua professione come Missione. È testimone di come l’intervento del Cristiano, del Cattolico, deve essere attuato non solo per guarire dalla malattia, ma anche per consolare chi si trova nel bisogno e per lenire le ferite del corpo e dello spirito.

La giornata dunque è comunque rivolta specialmente agli operatori sanitari…

Mons. Manto andrà ad affrontare il tema «Io ero gli occhi per il cieco e i piedi per lo zoppo». L’argomento è di carattere universale è tutti sono invitati a partecipare e confrontarsi. Ovviamente per i malati, gli operatori del volontariato sanitario, come per i medici e gli infermieri, la partecipazione è di immediato interesse. Sarà anche bello vedere i vari gruppi con le rispettive divise: sarà evidenziare come la moltitudine dei Cristiani e dei Cattolici, nella loro specifica individualità e diversità, possono ricondursi ad un unico pastore e medico, Cristo Gesù. Diversi ma uniti nella parola e negli insegnamenti del Signore.

Non solo formazione, ma anche… comunione!

È vero. Infatti invito i sacerdoti ed i diaconi che operano nelle Parrocchie e nelle Vicarie ad informare, soprattutto nei giorni festivi, i fedeli di questo importante appuntamento diocesano. La collaborazione di tanti aiuterà a fare in modo che la giornata abbia un pieno significato di preparazione spirituale e materiale. Come ogni anno, il tentativo è quello di fare di questo incontro di preghiera e catechesi un momento di comunione profonda tra chi ogni giorno si trova ad essere a fianco del malato e del bisognoso o di chi si trova nella fragilità, in modo per confrontare le proprie esperienze personali di vita e di essere uniti nella preghiera nel Signore.