Social week

Sabotati dagli hacker gli account di Bill Gates e Barack Obama

Giornata nera per Twitter, conferma l'ad del social network Jack Dorsey. in un altro brutto colpo per le società di tecnologia annullato accordo per il trasferimento di dati tra Europa e Stati Uniti

Ci sono importantissimi uomini politici come Barack Obama e il suo vice Joe Biden, miliardari come Jeff Bezos, il fondatore di Amazon e Bill Gates. E anche rapper come Kanye West tra i personaggi presi di mira dagli hacker che hanno assaltato Twitter.

La scusa era una maxitruffa sui Bitcoin, la maxivaluta inventata nel 2009. Da tutti gli account sono partiti cinguettii che promettevano di raddoppiare la cifra inviata ai loro indirizzi Bitcoin con l’obbiettivo di rubare 110.000 dollari.
“Tutti mi chiedono di restituire qualcosa”, diceva un tweet partito dal conto di Bill Gates, “Voi donate 1000 dollari e io ve ne restituisco 2000”.

Per il noto social network, usato da intellettuali e giornalisti di tutto il mondo, è stata una vera giornata no, con i titoli crollati, nelle contrattazioni after hours, del 3,28%. “Ci sentiamo tutti male per quanto è accaduto”, ha, infatti, twittato Jack Dorsey, fondatore e amministratore delegato di Twitter. Durante la truffa sono stati presi di mira anche gli account di Apple, Uber e Michael Bloomberg.

Il problema “è stato diagnosticato”, ha, però, dichiarato Dorsey e sarà condiviso “quando si avrà un quadro esatto”. Secondo la Bbc, che cita Alexi Drew, del King’s college di Londra, un esperto di sicurezza online, l’attacco degli hacker avrebbe potuto essere molto peggiore in circostanze diverse. “Se un incidente di questo tipo dovesse avvenire durante una crisi, mentre Twitter viene usato per calmare messaggi troppo accesi oppure comunicare informazioni importanti al pubblico, e, improvvisamente, i cinguettii sbagliati avessero raggiunto i vari “account” l’effetto destabilizzante sarebbe stato molto grave.

Un altro brutto colpo per le grandi aziende tecnologiche è arrivato oggi con la decisione della Corte di giustizia europea di annullare un accordo cruciale per il trasferimento di dati tra Europa e Stati Uniti. I giudici hanno, infatti, invalidato l’accordo, noto come “Privacy Shield”, sostenendo che non fornisce ai cittadini europei sufficienti garanzie contro le leggi statunitensi in materia di sorveglianza e sicurezza della privacy.