Rubriche / Dentro la Tv: La Storia e la memoria

Nell’era delle memorie digitali, dei ricordi liquidi, e del culto del presente imperante, non può che essere benvenuto un programma come “La Grande Storia” (Rai1, venerdì ore 21.15), che ritorna con l’ormai consolidata conduzione di Paolo Mieli, giornalista e storico.

Il programma si inserisce nel “Progetto Storia” di Rai 3 avviato dieci anni fa da Pasquale D’Alessandro, allora vicedirettore di rete, che comprende anche “Correva l’anno”, “Il mio Novecento”, “Il Novecento raccontato da Paolo Mieli”, “Gli archivi della Storia” ed “Enigma”.

La nuova serie si articola in otto puntate dedicate al secolo scorso e offre una serie di approfondimenti che spaziano dalla prima alla seconda Guerra mondiale, attraversando il fascismo e il nazismo concentrando l’attenzione sulla propaganda, l’esoterismo, il culto della persona, il mito dello sport, la bomba atomica, la massoneria e molto altro. Al tradizionale contributo delle interviste a testimoni ed esperti, il nuovo ciclo del programma propone una larga quantità di immagini inedite in bianco e nero o a colori, riprese in esterni e filmati realizzati sui luoghi di cui si parla.

Alcuni focus prendono spunto dai grandi anniversari della storia italiana e mondiale per approfondire argomenti ancora attuali: dalla promulgazione delle leggi razziali del 1938 alla vicenda delle dimissioni di Giovanni Leone dalla Presidenza della Repubblica, dalla legge Basaglia che impose la chiusura dei manicomi alla nascita di Israele nel maggio 1948.

Ciascuna puntata, della durata di un paio d’ore, è generalmente monografica e dedica largo spazio ai protagonisti di epoche ed eventi storici. Rispetto a produzioni documentaristiche “stile BBC”, la trasmissione utilizza un linguaggio narrativo meno enciclopedico e più diretto ricorrendo ad aneddoti, metafore, episodi e documenti inediti sui protagonisti. Il filo della memoria si dipana lungo un racconto che alla documentazione affianca sapientemente parole, immagini e musica. In questo modo “La Grande Storia”, pur essendo annoverabile fra le produzioni di divulgazione scientifica, mantiene un ritmo coinvolgente e ottiene ascolti lusinghieri per un programma comunque di un certo livello.

Il programma ha anche una versione breve della durata di 50 minuti: “La Grande Storia Magazine”. Inaugurata nel 2007 questa trasmissione pone al centro dell’ attenzione argomenti socio-economici più leggeri ma non meno interessanti, come la biografia di Leo Longanesi e la storia del Festival di Sanremo. Le vecchie puntate – selezionate fra quelle risultate più interessanti e integrate con nuovi commenti e riflessioni – vanno invece in onda in replica nella serie “Archivi della Storia”.

Pare che lo sguardo retrospettivo non sia più di moda nell’era del sapere orizzontale, ma programmi come questo possono far bene al nostro intelletto pigro e alla nostra sonnacchiosa coscienza.