Ritel: le incognite rimangono molte

Dall’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico sulla Ritel spunta uno spiraglio di luce, che non può comunque la momento illuminare il futuro dei lavoratori.

Il nuovo piano industriale presentato da Elco che, insieme a Vivadia e il gruppo Mezzanotte, dovrebbero subentrare come nuove società prevede infatti il reintegro, al momento, di soli ottanta lavoratori su quasi duecento. L’altra proposta arrivata dal tavolo romano è quella legata a Finmeccanica che spalmerebbe su tre anni trentasei milioni di euro di commesse che, anche in questo caso, non potrebbero garantire il reintegro di tutta la forza lavoro. La cosa certa, al momento, è che in questi giorni la curatrice fallimentare effettuerà un sopralluogo all’interno dei locali dell’azienda che, come spiegato dalla nuova società subentrata, rimarrebbero il luogo dove portare avanti la produzione legata, come proposto, a piastre per la telecomunicazione.

Lavoratori e sindacati hanno accolto e vagliato le nuove offerte e c’è quello che potrebbe essere definito un cauto ottimismo anche se le incognite rimangono ancora molte.

«Sicuramente un primo passo in avanti è stato fatto – spiega Luigi D’Antonio, Fiom Cgil – ma ancora molto c’è da fare. Sappiamo che da parte sua la nuova società ha avanzato un piano che prevede al momento l’utilizzo di una parte dei lavoratori, approssimativamente la metà, ma è chiaro che dovremo approfondire alcuni punti e parlare del futuro di lavoratori e produzione».

Dello stesso parere anche Giuseppe Ricci segretario della Film Cisl. Per lui la situazione e le proposte avanzate dalla società e da Finmecccanica «sono da tenere in considerazione, ma al momento dobbiamo soffermarci e vagliare insieme quale sia la soluzione migliore anche riguardo alla produzione. Inoltre c’è da considerare l’offerta legata allo slittamento verso la pensione per una parte dei lavoratori».

Un ruolo importante, secondo Franco Camerini della Uilm, è quello «giocato da Finmeccanica che con la sua offerta andrebbe a coprire sicuramente una parte della produzione, ma non il carico necessario per poter riassorbire la gran parte dei lavoratori».

Lavoratori che dovranno ora attendere il nuovo incontro al Ministero che si terrà il prossimo 6 giugno e che potrebbe offrire un quadro diverso e forse migliore sulle loro sorti.