Riflessioni sulla fede

Quello della fede è uno dei temi più importanti. E uno dei punti fermi cui in genere si fa riferimento è l’idea della fede come dono. Senza avere la presunzione di discutere troppo a fondo l’argomento, proviamo a dare qualche spunto che prescinde da tale concetto. Un primo appiglio ce lo dà la grande poetessa Emily Dickinson. “La fede è il risultato della costanza”, un suo verso, ci fornisce un consiglio al tempo stesso pratico e teorico per raggiungere e mantenere la nostra devozione. Come a dire che bisogna lavorare di continuo per conquistare la fede.

Come bisogna credere? Secondo il popolare teologo Vito Mancuso è necessario avere “la fede di Gesù”. Così il Vangelo diventa un formidabile manuale d’istruzione (lui parla di “grammatica”) per il devoto. Sicuramente questa è una visione pragmatica ma anche profonda che porterebbe a migliorare il proprio rapporto col divino.

Ma la prospettiva più audace e interessante è quella di Einstein, espressa oltre 70 anni fa. Secondo lo scienziato il religioso si dedica “a pensieri, sentimenti e aspirazioni abbracciati per il loro valore sovrapersonale”. Cercando di capire la religione senza definirla, Einstein ci ricorda che prima di chiedersi in Chi credere il devoto sa già in Cosa crede. E cioè in tutti quei valori veri senza dimostrazione. Per fede, appunto.