Rifiuti, a cosa serve la società provinciale?

Nonostante l’Amministrazione Provinciale di Rieti sia ad un passo dalla scomparsa e non svolga funzioni di organizzazione e gestione del servizio rifiuti (art. 19, Legge 135/2012), nonostante non sia mai stato costituito l’ATO3 (ambito territoriale ottimale provinciale per i rifiuti), ecco sbucare sul sito della Provincia di Rieti, ben oltre i “tempi supplementari”, il terzo bando di gara per la dismissione del 40% delle quote societarie della Saprodir S.r.l. che avrebbe dovuto, secondo i pomposi annunci di quando fu costituita (marzo 2011), far decollare la raccolta differenziata nei comuni del Reatino con modalità più convenienti delle singole gestioni avviate da Comuni ed Unioni di Comuni.

Della società, finora l’ennesima “scatola vuota” messa in piedi dall’Amministrazione Melilli/Felici con un capitale sociale iniziale di 140.000 euro sottratti ai fondi regionali destinati alla raccolta differenziata (un capitale probabilmente via via eroso dalle spese societarie), i cittadini di Rieti e provincia sanno ben poco. E non potrebbe essere diversamente.

Cosa ha fatto infatti finora la Saprodir che risulta “inattiva” formalmente? Assolutamente niente, salvo bandire due gare andate finora deserte, “pagare il fiscalista e tutte le operazioni notarili e di legge per la ripartizione delle quote azionarie” (così si legge sul sito della società al seguente link http://www.saprodir.it) e periodicamente sostituire i propri amministratori (inizialmente un trio bipartisan che andava da Sel al PdL di costiniana memoria, oggi molti di più) con compensi che non ci è dato conoscere. Sembrerebbe a questo proposito, leggendo dal sito della Saprodir, che da sempre gli amministratori non prendano alcun compenso (ma non si fa riferimento ad alcuna data ed il sito è aggiornato alla vecchia compagine societaria), tranne che per la consulenza pari a quasi 20mila euro erogati dalla Provincia di Rieti all’attuale presidente del Consiglio di amministrazione, Fabrizio Palmieri, nel 2010 per la costituzione della società (http://www.provincia.rieti.it). Evviva la trasparenza e la spending review.

Cittadinanzattiva, già nel 2012, aveva denunciato alla Procura della Repubblica le anomalie di questo nuovo “carrozzone” segnalando ipotesi di numerosi abusi d’ufficio per l’Amministrazione provinciale e per quei Comuni che vi hanno aderito, contemporaneamente affidando il servizio ad altre società. Dell’esito delle indagini ancora non è dato sapere alcunché, ma da cittadini ci chiediamo cosa significhi mantenere in vita una società del genere quando nel frattempo molti Comuni stanno autonomamente (come prevede la legge 135/2012 e cioè la Costituzione Italiana) raggiungendo livelli eccellenti di raccolta differenziata in tutta la Sabina e nell’alta valle del Velino.

Tra l’altro ci chiediamo se questa incertezza sulla data in cui la società provinciale potrà essere operativa (sempre che questo avvenga), emersa anche da alcuni articoli di stampa usciti in questi giorni, non stia spingendo molti Comuni a ritardare gli affidamenti, relegando buona parte del territorio della provincia reatina al ruolo di “Cenerentola” d’Italia per quanto riguarda la raccolta differenziata. Con buona pace dei nostri portafogli e di tutti quei materiali che ora finiscono nella discarica di Viterbo mentre potrebbero essere una risorsa economica per la popolazione.