È arrivata la disponibilità da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento di Protezione Civile alla firma di un protocollo di intesa tra Dipartimento, Rilab e Comune di Rieti per l’installazione di nuove stazioni accelerometriche per il monitoraggio sismico.
I dispositivi andranno ad aggiungersi ai tre già esistenti e renderanno Rieti comune pilota a livello nazionale nel monitoraggio di dettaglio e nella prevenzione, nonché fiore all’occhiello della rete accelerometrica italiana.
«Reti locali di questo tipo – si legge nella lettera di accettazione da parte del Dipartimento di Protezione Civile – sono già incluse nella rete Ran e sono state realizzate nei comuni di L’Aquila, Sulmona e San Giuliano di Puglia».
Come funziona la Rete Accelerometrica Nazionale
La Ran (Rete Accelerometrica Nazionale) del Dipartimento della Protezione Civile conta 573 stazioni di misura digitali, distribuite su tutto il territorio nazionale, prevalentemente in aree urbane a pericolosità sismica medio-alta.
I dati registrati dalle stazioni della rete sono trasmessi direttamente al centro di acquisizione, elaborazione e archiviazione dati che si trova presso la sede del Dipartimento. Grazie al sistema, a pochi minuti da un terremoto di magnitudo uguale o superiore a 2.5, dati ed elaborazioni sono resi disponibili al pubblico sul sito http://ran.protezionecivile.it. Sul portale è possibile visualizzare la mappa di scuotimento al suolo in termini di accelerazione: per ogni stazione, viene indicato il valore massimo di accelerazione registrato: informazioni utili per valutare possibili conseguenze del terremoto e decidere eventuali procedure di emergenza e soccorso.
Dati per la prevenzione la ricostruzione
Le stesse informazioni a medio-lungo termine sono fondamentali per la valutazione, prevenzione e mitigazione del rischio sismico. Ad esempio sono utilizzate per l’aggiornamento delle mappe di pericolosità sismica del territorio nazionale e delle norme tecniche di costruzione. Tali informazioni potrebbero anche essere molto importanti per la ricostruzione post-terremoto se consideriamo il caso in cui il dato registrato dimostri che le norme tecniche di costruzione vigenti non siano adeguate per l’area in cui si è verificato l’evento sismico.
Attualmente la RAN monitora più di 550 comuni italiani con almeno una stazione accelerometrica e dal 1997 ad oggi il DPC ha realizzato 372 stazioni. «Considerando che l’Italia conta più di 8000 Comuni – si legge ancora nella lettera di accettazione – è evidente che senza un maggiore coinvolgimento in questo progetto di monitoraggio del territorio nazionale dei governi regionali e delle amministrazioni locali, il Dipartimento non potrà provvedere, in tempi brevi, al monitoraggio accelerometrico di tutti i comuni italiani». Per questo è auspicata «una più ampia partecipazione dei comuni italiani al progetto Ran, anche attraverso le associazioni di volontariato di protezione civile».
L’iniziativa reatina
L’istanza reatina era stata presentata in un incontro svolto lo scorso 22 settembre a Roma, nella sede della Protezione Civile, al quale erano presenti il prof. Spadoni e l’ing. Stramacchia, in rappresentanza del Rilab Rieti; il geologo Carrozzoni, consigliere del Rilab e del Comune di Rieti; mentre per il Dipartimento di Protezione Civile erano presenti l’ing Nicoletti, la d.ssa Filippi, la d.ssa De Nardis e la d.ssa Zambonelli.