Rieti, città dei papi

Un pò di storia, per ricordare che Rieti ha avuto un ruolo centrale nella storia del papato.

Le fonti storiche concordano nell’attribuire l’evangelizzazione del pagus sabino a San Prosdocimo, seguace dell’apostolo Pietro: la Chiesa reatina, fondata alla metà del I secolo, si costituì giuridicamente come Diocesi sul finire del V secolo.

Durante i secoli dell’alto medioevo, la Chiesa reatina consolidò gradualmente le proprie strutture radicandosi nel territorio, assoggettato ai Longobardi ed incluso nel Ducato di Spoleto fin dal 584.

Tale conquista per quasi mezzo secolo portò alla dipendenza di Rieti dalla Diocesi di Spoleto. La costituzione del gastaldato reatino, che si estendeva dal Tevere al fosso Corese, dal corso del Velino al Turano, portò al consolidamento dei confini della Sabina romana con l’erezione delle Diocesi suburbicaria costituita mediante l’unificazione a Vescovio delle tre Diocesi di campagna di Cures, Nomentum e Forum Novum.Fra il 773 e il 774, Carlo Magno eresse a contea il territorio reatino che entrò nell’orbita carolingia e si sottomise all’autorità di papa Adriano I. Solo sul finire del X secolo cessarono le incursioni dei Saraceni, che distrussero la città sabina di Trebula Mutuesca e devastarono il territorio reatino fino ad attaccare la comunità benedettina di San Michele Arcangelo lungo la sponda sinistra del fiume Velino.

Fino al XII secolo, Rieti costituì l’estremo avamposto del potere imperiale nell’ambito territoriale del Reichsitalien. Nel 1149, la città subì l’assedio da parte di Ruggero di Sicilia. Fra il 1154 ed il 1156, la città fu ricostruita con il contributo di Roma e delle terre vicine.

Nel 1198 infine Rieti si pose sotto la protezione di papa Innocenzo III e si dette assetto di libero comune dotandosi dei primi Statuti civici.

In queste vicissitudini, la Chiesa locale seppe mantenersi fedele all’autorità pontificia, meritando che Rieti, con la sua posizione strategica ai confini con il Regno napoletano, potesse assurgere al rango di residenza papale.

Al tempo delle invasioni saracene, intorno alla metà del IX secolo, aveva già risieduto a Rieti Papa Leone IV. Nell’arco di cento anni, fra la fine del XII e la fine del XIII secolo, si succedettero presso la sede della curia reatina i papi Innocenzo III (1198), Onorio III (rispettivamente nel 1219 e nel 1225), Gregorio IX (nel 1227, nel 1232 ed ancora nel 1234), Niccolò IV (fra il 1288 ed il 1289), Bonifacio VIII (nel 1298).

La curia pontificia a Rieti fu a lungo meta dei viaggi di San Francesco d’Assisi, intento a perorare la causa del riconoscimento della sua Regola, composta presso l’eremo di Fonte Colombo nel territorio reatino.

Le fonti francescane concordano nell’indicare a Rieti e nel suo territorio lo scenario di tanti eventi esemplari legati alla vita ed all’apostolato di San Francesco.

Il pontefice Onorio III, a Rieti dal giugno all’ottobre del 1219 e più tardi dal giugno al febbraio 1226, qui lo accolse in udienza, offrendogli ospitalità e cura.

Alla presenza della curia pontificia, si deve l’erezione del maestoso palazzo progettato nel 1283 dall’architetto Andrea magister sotto l’episcopato di monsignor Pietro Gerra (1278-1286) e compiuto già cinque anni più tardi.

L’architetto Andrea prestò particolare cura nel realizzare gli ambienti destinati ad assolvere le funzioni pubbliche, dotando il palazzo dei papi di un vasto ambulacro voltato, sorretto da sei solidi pilastri cruciformi.

Già nel 1289 il palazzo, in cui risiedeva al tempo papa Niccolò IV, ospitò la delegazione presente alla cerimonia di incoronazione di Carlo II d’Anjou re di Sicilia e di Gerusalemme.

Dieci anni più tardi, il violento terremoto del 30 novembre 1298 indusse papa Bonifacio VIII ad intraprendere la costruzione del solido arco a doppia crociera, affiancato lungo il lato meridionale da una volta a botte nei cui peducci sono inclusi gli stemmi di casa Caetani.

Di lì a poco, la sede pontificia sarebbe stata trasferita in Provenza: nei tre quarti di secolo della cattività avignonese, Rieti sarebbe stata preda delle mire espansionistiche degli Angioini ed avrebbe subito le conseguenze della dura lotta fra le fazioni guelfe e ghibelline.

Al ritorno di Papa Gregorio XI in Italia, Roma sarebbe stata prescelta come sede stabile della curia pontificia: da allora in avanti, il severo palazzo reatino fu utilizzato dai vescovi che nel corso dei secoli a venire ne decisero il riassetto e provvidero a modificarne almeno in parte le strutture.