Giugno Antoniano Reatino

Reliquia di sant’Antonio a Vazia per la benedizione dei bambini

Il 22 giugno è stato il prato assolato della parrocchia di Santa Maria delle Grazie a Vazia con i suoi bambini, il parroco don Zdenek e la comunità, ad accogliere la reliquia di sant’Antonio da Padova per rinnovare il gesto della benedizione, tappa dell’itinerario tra parrocchie della città

È una benedizione avere il proprio nome sulla bocca di Dio, pronunciato dall’eternità e scandito nella storia di ciascuno. È una vera benedizione avere un intercessore, caro alla nostra città, che amava i bambini in modo particolare e che si fa costantemente tramite perché il bene di Dio arrivi a piene mani nella vita di tutti e possa germogliare.

Il 22 giugno è stato il prato assolato della parrocchia di Santa Maria delle Grazie a Vazia con i suoi bambini, il parroco don Zdenek e la comunità, ad accogliere la reliquia di sant’Antonio da Padova per rinnovare il gesto della benedizione, tappa dell’itinerario tra parrocchie della città e zone limitrofe. La tradizione, attualizzata ma non tradita per l’emergenza Covid, lascia lo spazio, nella riflessione di fra Marcello Bonforte, alla bellezza del racconto talvolta ignoto sulla vita di un santo che amava davvero i piccoli e che nella Padova più povera, portando nel cuore le sofferenze del suo tempo, scosse animi duri con la sua infaticabile predicazione perché il Vangelo potesse portare conciliazione e giustizia per gli ultimi.

Il santo, amico di Dio e degli uomini, diventa emblema di un modo di vivere in cui la ricerca di Dio, l’intimo rapporto con Lui, va sempre di pari passo con l’amore per il prossimo, per l’uomo, perché possa affrancarsi dalla povertà materiale e spirituale, dalla solitudine, dalle ingiustizie. E il messaggio ascoltato, capace di cambiare la vita dei potenti e rinfrancare quella degli umili, spalanca il desiderio di trasmetterlo, perché un cuore grato anela a condividere.

Lo stesso animo che condusse i padovani a Rieti, come fra Marcello ha ricordato, alla morte di Antonio, chiedendo al papa Gregorio IX allora presente nella cittadina, di farlo presto santo. E lo stupore, il desiderio di ringraziare il bene ricevuto da Dio attraverso Antonio che portavano con sé, colpì gli uomini semplici della valle reatina. E anche loro, senza esser dotti ma affascinati dal bene, cominciarono a chiedere l’aiuto di quello che ormai era diventato in brevissimo tempo un santo riconosciuto dalla Chiesa. Quella devozione continua e prosegue nei cuori la richiesta di un’intercessione, sicuri che quel tramite non cessi di far passare le grazie di Dio, che ancora possano essere ricordate e lasciare un cuore capace di riconoscerle.

Questo privilegio è, ancora oggi, in modo particolare dei genitori, perché possano raccontare le benedizioni che Dio ha compiuto nella loro vita, essere consapevoli testimoni di gioia perché la sicurezza di essere amati, protetti, sostenuti dalla fede e da un bene ancora più grande, permetta ai figli di affrontare le tempeste della vita.

La riflessione, unita alla preghiera, alla distribuzione del pane di Sant’Antonio che don Zdenek ha ricordato essere legato ad uno dei tanti miracoli del santo nei confronti di un bambino, hanno incorniciato, nella semplicità e nella profondità del significato dei gesti, momenti di vita comunitaria preziosi.