Razzismo in America: un giorno difficile per mister Obama

Nel Wisconsin, uno stato del Nord, un poliziotto ha avuto una colluttazione con un ragazzo di colore di 19 anni. Gli ha sparato e lo ha ucciso. La vittima si chiamava Tony Robinson ed era disarmato. La notizia, che sembrava destinata alla cronaca locale, è però rimbalzata in tutto il mondo. Oggi il presidente Obama sarà a Selma, in Alabama, uno Stato del Sud, per celebrare il 50° anniversario di una tragica marcia per il diritto di voto agli afroamericani. La coincidenza con la morte del diciannovenne di colore ha riacceso il dibattito sul razzismo.
In questo periodo è uscito anche un film, intitolato “Selma”. Nonostante un’importante candidatura agli Oscar come miglior film dell’anno, “Selma. La strada per la libertà” è stato “snobbato” dai giurati dell’Academy (ha strillato proprio così, in un titolo, il “Washington Post”). Prodotto e interpretato, fra gli altri, anche dalla giornalista nera più famosa del mondo, Oprah Winfrey, il film racconta la battaglia di Martin Luther King per il diritto di voto alle minoranze di colore.
Le contraddizioni sul tema del razzismo, in Usa, non accennano a diminuire. Sembra un paradosso. Mentre in tutto il mondo il dibattito si è spostato sul fronte della dialettica con l’Islam, negli Usa una certa cultura “bianca” e conservatrice (il ventre molle dell’America, come viene chiamata dai sociologi) impone ancora oggi un pedaggio pesante al progresso dei diritti umani e continua, ogni volta, a spostare le lancette dell’orologio indietro nel tempo. Il 2014 è stato caratterizzato da numerosi focolai di tensione e di incomprensioni. Hanno fatto scalpore anche i fatti accaduti a New York. Il sindaco della città, l’italoamericano De Blasio (che è sposato con una donna di colore), ha avuto un durissimo scontro con la polizia metropolitana. Al figlio (nero e con una appariscente capigliatura afro) ha raccomandato di “stare attento alla polizia di New York”. L’accusa sottintesa è che, quando vedono un nero, sparano senza pensare. Pochi giorni prima, Garner, un giovane di colore, era morto soffocato nella stretta di un agente, durante un arresto.
Obama nel frattempo ha lanciato una politica innovativa di accoglienza degli immigrati. Un’iniziativa che però, come risulta dai sondaggi, non viene vista di buon occhio da una gran parte dei suoi elettori. Oggi Obama, a Selma, percorrerà lo stesso ponte che 50 anni fa venne attraversato da Martin Luther King per rivendicare il diritto di voto per i neri d’America. Le immagini faranno il giro del mondo ma non basteranno, neanche questa volta, a riconciliare le profonde contraddizioni di un Paese che non riesce ancora oggi, nel terzo millennio, a fare pace con le minoranze di colore.