Quella magica zolletta di zucchero

Il 26 agosto del 1906 nacque Albert Bruce Sabin, medico e virologo polacco naturalizzato statunitense. E fu così che milioni di bambini vissero.

Sabin cominciò gli studi alla facoltà di odontoiatria poichè un ricco parente si offrì di pagare l’università al promettente ragazzo, per poi prenderlo a lavorare nel proprio studio. Un giorno però, Sabin lesse un libro, “I cacciatori di microbi” e ne rimase così colpito che decise di dedicare la propria vita a quel preciso ramo della scienza. Fu così che cambiò corso di studi iscrivendosi alla facoltà di medicina, eccellendo nella microbiologia, passione che coltivò anche al di fuori dell’ università, raccogliendo microbi ovunque capitasse: spazzatura, polvere, stagni. Una volta laureato si dedicò alle malattie infettive dell’ infanzia, specializzandosi in quelle provocate da virus, come la poliomielite, patologia che colpiva bambini a partire dal secondo anno di vita.

Nel 1939 Sabin raggiunse il suo primo importantissimo successo annunciando alla comunità scientifica che quello della polio era un virus enterico, non respiratorio; la conoscenza dell’ideale “terreno” di coltura dove il virus si sviluppa era un dato fondamentale per la ricerca di un farmaco che lo debellasse.

Mentre Sabin proseguiva il suo lavoro in Europa scoppiò la seconda guerra mondiale a cui anche lo scienziato dovette partecipare, interrompendo così le ricerche, riprese solo alla fine delle ostilità. Durante quel lasso di tempo il virus della poliomielite si diffuse notevolmente nel mondo, causando diverse epidemie, tra cui quella molto violenta di Copenaghen, del 1952.

Dopo lunghi studi ed estenuanti esperimenti Sabin riuscì a sintetizzare un vaccino composto da virus della polio privati della capacità di provocare la paralisi delle fibre nervose: l’organismo in cui veniva immesso il virus attenuato produceva gli anticorpi adatti.

Sabin cominciò la sperimentazione sull’uomo inoculando il vaccino dapprima su stesso ed i suoi collaboratori, poi su un gruppo di carcerati volontari messi a disposizione dal governo federale degli Sati Uniti.

Poichè questi primi controlli ed i successivi ebbero esito positivo si passò alla fase seguente, la sperimentazione pediatrica. Le prime furono proprio le figlie di Sabin, a cui seguirono altri piccoli volontari. Il vaccino risultò essere estremamente efficace: evitava di contrarre la malattia causata da tutti e tre i ceppi del virus della polio, vaccino trivalente, non necessitava di ulteriori richiami e veniva somministrato per via orale, disciolto in una zolletta di zucchero.

Nonostante questo gli Stati Uniti decisero di utilizzare il vaccino di un altro ricercatore.

Grazie però ai finanziamenti dell’allora URSS e di molti paesi dell’Est, il vaccino di Sabin venne prodotto, diffuso e reso obbligatorio in moltissimi paesi del mondo, Italia compresa; nel giro di alcuni anni il virus della polio fu completamente eradicato.

Sabin decise di non brevettare la sua invenzione, rinunciando allo sfruttamento dei diritti commerciali e continuando a vivere col solo stipendio di professore universitario. Grazie a questa scelta che permise una maggiore e più rapida diffusione della cura ed alla sua zolletta di zucchero inzuppata di vaccino, centinaia di milioni di bambini furono vaccinati contro la poliomielite in tutto il mondo.