Casa Futuro

Prima pietra per Casa Futuro: «Un modello di ripartenza per l’intero Paese»

Si è svolta il 15 ottobre la cerimonia di posa della prima pietra di Casa Futuro, il progetto di ricostruzione che l'Opera nazionale per il Mezzogiorno d'Italia e la Diocesi di Rieti stanno realizzando nell'area “Don Minozzi” di Amatrice

«Per il progetto abbiamo voluto ispirarci allo spirito originario del “Don Minozzi” e della sua vocazione a essere un luogo di trasmissione del sapere e di accoglienza. Lo abbiamo fatto attraverso quattro ‘corti’, spazi per la comunità. In nuce Casa Futuro è un progetto di città ed è il modo più bello di partire oggi».

Così l’architetto Stefano Boeri, autore del progetto “Casa Futuro”, in una dichiarazione rilasciata al Sir in occasione della posa prima pietra, ad Amatrice. La nuova struttura, promossa dalla diocesi di Rieti e dall’Opera nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, sorgerà nell’area del complesso “Padre Giovanni Minozzi”.

«La corte – ha aggiunto l’architetto – è l’architettura della comunità e il suo concetto appartiene alla storia italiana ed europea». Secondo l’architetto «le sinergie messe in campo da tutti gli attori e gli enti preposti a questo compito hanno funzionato e sono state formidabili nell’attenzione, nella velocità e nell’efficacia nel passaggio tra le intenzioni e le azioni. Anche il cantiere, nel suo piccolo, sarà un modello: lo abbiamo pensato alla stregua di una scuola in cui, per esempio, le macerie verranno per quanto possibile riutilizzate per farne fondazioni, muri di contenimento e per plasmare i pannelli delle facciate dei nuovi edifici. La sfida è bellissima. Credo che Casa Futuro, per tutti questi motivi, possa essere assunto come modello di ripartenza anche per l’intero Paese».

Il progetto, redatto dall’architetto Stefano Boeri, trae ispirazione anche dall’idea di ecologia integrale espressa da Papa Francesco nella sua enciclica Laudato si’. Esso prevede “quattro corti”, spazi che uniscono «i piani della contemplazione e dell’azione»: la “corte civica” che ospiterà la sede comunale, una sala polifunzionale e una biblioteca pubblica con un piano interrato destinato a parcheggio e locali tecnici per il funzionamento dell’edificio; la “corte del silenzio”, orientata con la Torre Civica e la chiesa di Santa Maria dell’Assunta, che ospiterà la Casa Madre dell’Opera nazionale con le residenze dei religiosi, una struttura di accoglienza e un centro assistenziale da destinare a casa di riposo; ci saranno anche ambienti museali e liturgici, un giardino e uno spazio comune a servizio degli ospiti; la “corte dell’accoglienza” che sarà dedicata a funzioni di ospitalità per i giovani, con un teatro/auditorium, spazi ricreativi, mensa e sale per la formazione; la “corte delle arti e dei mestieri”, infine, ospiterà laboratori didattici e di trasformazione dei prodotti agroalimentari provenienti dalle filiere locali.