Polidori (Flai Cgil): paurose sparizioni al Consorzio della Bonifica

Va detto che la più paurosa delle sparizioni (per ora solo all’orizzonte) è che sia il Consorzio stesso a sparire, della qual cosa peraltro sembrano preoccuparsi in pochi.

Due mesi fa con Fai-Cisl e Uila-Uil firmammo un accordo che prevedeva la sospensione del pagamento della quattordicesima ai dipendenti per far fronte alla grave crisi di liquidità e debitoria del Consorzio, due giorni fa Fai Cisl e Uila Uil, (ma non la Flai Cgil) utilizzando in modo scorretto una informazione interna alla azienda chiedono un incontro sindacale per rivedere quell’accordo.

A questo si aggiungano le “misteriose sparizioni” di chiavi e quant’altro ed anche il licenziamento degli operai stagionali utilizzati per fare le manutenzioni.

Licenziamento avvenuto per mancanza di risorse in seno al consorzio.

Il Consorzio della Bonifica di Rieti, nonostante l’impegno e lo sforzo dell’attuale Consiglio di Amministrazione e di alcuni di noi più attenti, e preoccupati delle possibili conseguenze di questo stato di cose, sembra, dopo alcune prove di dialogo, anche esso prigioniero dei mali che affliggono la stragrande maggioranza degli altri Consorzi.

E’ inutile ricordare che l’Italia esiste perché esiste la Bonifica e che i Consorzi dovrebbero assolvere al ruolo di custodi del territorio bonificato.

E’ inutile sottolineare che se non si mette mano ad una riforma dei Consorzi finisce male per tutti, e questo perché questa struttura, nel bilancio tra costi e servizi, é incompatibile con gli attuali livelli di spesa pubblica.

Mettere mano ai Consorzi significa una sola cosa, separare la attività di gestione da quella di amministrazione e di controllo, significa espellere le associazioni sindacali degli agricoltori dal controllo e dalla direzione ed affidarla ai livelli istituzionali territoriali, Comuni e quant’altro, attraverso un vero Consorzio del Territorio, significa che la parte gestionale deve rispondere a criteri di impresa, con responsabilità esigibili e verificabili attraverso una reale struttura di impresa.

Oggi tutto questo non succede; accade invece che un esigua minoranza di “elettori” determinano chi amministra i Consorzi, ed il risultato di ciò è sotto gli occhi di tutti, che il livello di compromissione clientelare e di contaminazione così generato viene pagato a saldo dai cittadini attraverso le tasse.

Questo spiega le “misteriose sparizioni” al Consorzio della Bonifica di Rieti, o meglio spiega in quale brodo gli autori del fatto sono cresciuti, ma a guardare bene spiega anche perché c’è chi non vuole cambiare, e non sono certo gli operai che sarebbero i primi a pagarne le conseguenze rischiando il licenziamento, spiega perché adesso che i finanziamenti della Regione si sono di fatto interrotti ed il giocattolo del “Consorzio Bancomat” si è rotto c’è chi non è più interessato al suo mantenimento in vita, ed allo scopo anche le “misteriose sparizioni” fanno gioco.

Insomma si fanno volare gli stracci, attraverso una odiosa impostazione mediatica, e chi dovrebbe essere il vero imputato del disastro Consorzi di Bonifica, e dovrebbe esserne chiamato a risponderne, tenti di scaricare le proprie responsabilità sulle ultime ruote del carro.