«La nuova illuminazione, curata anche da un punto di vista scientifico, permette di ammirare e meglio comprendere il valore universale dell’opera di Michelangelo. La ‘Pietà’, infatti, è la fede di Michelangelo scolpita sul marmo».
Con queste parole il cardinale Angelo Comastri, presidente della Fabbrica di San Pietro spiega la nuova illuminazione grazie alla quale il celebre capolavoro di Michelangelo può godere oggi di nuova luce.
«Il fattore della luce è molto importante – spiega Pietro Zander, dirigente dell’ufficio di conservazione e restauro della Fabbrica di San Pietro –. Michelangelo l’aveva pensato attentamente, con valori di illuminazioni molto bassi, levigando accuratamente le superfici marmoree in modo che poche candele potessero far risplendere il gruppo marmoreo. È la prima volta che la Fabbrica di San Pietro la illumina con un’attenzione così alta».
Ad illuminare oggi la Pietà sono sorgenti Led di ultima generazione, dal minimo ingombro visivo con tonalità bianco calda ad altissima resa cromatica. L’azienda iGuzzini Illuminazione ha messo a disposizione un sistema di corpi illuminanti suddivisi in gruppi di accensione, che possono essere regolati in intensità per consentire di declinare il progetto di illuminazione in quattro diversi scenari luminosi.
Lo “scenario nord”, detto anche “scultoreo”, prevede che la luce si concentri sulla scultura, mentre pavimento, soffitto e sfondo vengono illuminati al minimo. Non si percepisce una direzione prevalente e vi è un equilibrio di chiaroscuri che restituisce la plasticità dell’opera e consente di soffermarsi sia sul singolo dettaglio che sull’armonia dell’insieme.
Con lo “scenario est”, chiamato “taglio di luce”, un fascio di luce illumina di taglio la Pietà, mettendo così in evidenza le ombre marcate, mentre volte e pavimento rimangono quasi oscurati. Lo “scenario sud”, detto “in piena luce” è quello in cui tutti gli apparecchi sono accesi e la scultura diventa essa stessa fonte di luce. Lo “scenario ovest”, detto “quotidiano”, è stato pensato per il pellegrino o il visitatore della basilica che fruisce dell’opera attraverso la vetrata di protezione. Per questa ragione l’illuminazione è frontale e i fasci di luce si incrociano così con angolazioni simmetriche per restituire allo spettatore la plasticità dell’opera. La volta centrale è illuminata uniformemente, mentre le arcate e le volte a botte laterali ricevono una luce di intensità inferiore.