Prosegue in tutta l’Isola la protesta dei pastori contro un prezzo del latte sempre più basso. Anche i notiziari nazionali sono stati improvvisamente colpiti dal mare bianco che invade strade, piazze e luoghi significativi a livello sociale e istituzionale.
La notizia più recente è la paventata manifestazione diffusa per il 24 febbraio durante l’apertura dei seggi elettorali per le regionali. Versare decine e centinaia di litri di latte ci fa piangere. Tuttavia, il titolo ci ricorda che non è utile piangere in questo caso, ma occorre prendere coscienza di ciò che sta avvenendo e, ancor più, di ciò che questo gesto racconta: un lavoro diurno e notturno che non trova il rispetto dovuto.
Ora, sentire tutti ripetere e scrivere iostoconipastori sembra essere una sorta di salita in extremis sul carro della protesta e della solidarietà. Pertanto, inutile piangere sul latte versato.
Occorre cambiare dinamiche, abitudini, priorità da parte di tutti.
A sentire l’indignazione istituzionale e la vicinanza agli allevatori si potrebbe pensare a una presa di decisione da parte della classe politica. I consumatori si indignano se sentono parlare di 60 cent. al litro, dimenticando di correre spesso ad acquistare litri di latte a un prezzo ancor più irrisorio.
La protesta dei pastori ci deve far pensare anche ad agricoltori, artigiani, imprese familiari che vengono sempre più soffocati da chi decide unilateralmente il prezzo del mercato. Ora, farsi la guerra non serve mai, ma neppure versare latte che è frutto del sudore del pastore e dono prezioso per la vita. Pertanto, se è necessario aiutare i pastori nella lotta per i diritti indispensabili, è doveroso ricordare loro che sul latte versato non si piange mai, ancor più quando il gesto è volontario. In alcuni comuni è stato donato ai compaesani.
Michele Antonio Corona, direttore de “L’Arborense” (Oristano)