Perelli: la politica della sinistra? Una maionese impazzita

Dopo trenta giorni di afosa riflessione nulla si cambia.

Eppure ben aveva fatto sperare lo scatto di reni del PD che sottolineando l’inerzia politica ed amministrativa della giunta Petrangeli aveva reclamato un segno di dignità per l’Istituzione-Comune di Rieti, frustrata dall’incapacità di ogni programmazione e dedita al galleggiamento;

Parimenti appariva significante l’orgogliosa protesta di alcuni (e non pochi) consiglieri di maggioranza dichiaratisi pronti a staccare la spina, ormai stanchi di esser privati di ogni ruolo decisorio pur su temi strategici dell’assetto cittadino.

Ancora meritevole la presa di posizione di organizzazioni sindacali, vicine al mondo politico del sindaco (leggasi CGIL), che non avevano mancato di sottolineare la necessità di un cambio di passo;

Granitica, infine, l’insofferenza apertamente espressa da larga parte della cittadinanza che a gran voce censurava l’immobilismo dell’amministrazione, incapace di assumere decisioni e dedita al solo ripensamento inoperoso su scelte non più rinviabili.

Ebbene, l’annegamento della politica del centro sinistra non ha dato altra opzione che la presa di coscienza del fallimento gestionale e della necessità di apportare correttivi prima del naufragio collettivo.

Il cambiamento tanto sbandierato in campagna elettorale dal sindaco Petrangeli si è scontrato con la generale delusione di un nulla di fatto costringendo il primo cittadino, dapprima, ad annunciare le proprie dimissioni e, poi, in tentato recupero ad azzerare la giunta.

Oggi tutto si ripropone come prima in un giro di valzer che ha l’effetto di una farsa mortificante per gli elettori.

Rinominare gli stessi assessori e per di più con deleghe sostanzialmente immutate costituisce un offesa all’intelligenza dei cittadini e certifica l’incapacità di un cambio di passo.

Forse ci spiegherà il sindaco Petrangeli che i rinominati assessori in periodo estivo hanno frequentato corsi di recupero presso la vecchia scuola di formazione politica del partito comunista di “Frattocchie” e che oggi sono finalmente pronti agli esami di riparazione.

I problemi, però, restano sul tappeto e nulla si vede all’orizzonte:

cosa decide il centrosinistra sulle questioni dello Zuccherificio e delle aree industriali, dell’Alberghiero e della Rieti-Torano, dei Piani Integrati e della ZTL?

A quando l’avvio dei PLUS ed il recupero urbano del centro storico e delle frazioni?

A quando l’avvio di iniziative di rilancio per l’economia cittadina a fronte di una crisi del commercio e dell’industria?

A quando la regolarizzazione degli affidamenti alle società partecipate ad oggi in essere senza rinnovo delle gare?

A quando politiche sociali di impatto sulle fasce più deboli?

Se gli assessori, le deleghe, i consiglieri ed i partiti di maggioranza sono gli stessi, seguendo l’adagio di un noto politico ormai scomparso “a pensar male si fa peccato ma molte volte si ha ragione”.

Tutto è immutato nell’attesa di una nuova crisi, preannunciata ed irreversibile.