Chiesa di Rieti

Perché cercate tra i morti Colui che è vivo?

«Dio non è il dio dei morti, ma dei viventi, perché tutti vivono grazie a Lui», ha detto il vescovo Domenico nell'omelia della veglia di Pasqua

Perché cercate tra i morti Colui che è vivo?

Le donne, confuse dopo aver trovato il sepolcro vuoto e aperto, vanno ancora più in confusione ascoltando queste parole. «Non ricordavano quello che il Maestro aveva detto loro: Dio non è il dio dei morti, ma dei viventi, perché tutti vivono grazie a Lui», dice il vescovo Domenico nell’omelia della veglia di Pasqua.

«Per contro, noi, cosiddetti moderni siamo figli di altre parole, quelle che in modo ironico sono attribuite al grande drammaturgo Eugène Ionesco: Dio è morto e anch’io non mi sento molto bene. Ma la Risurrezione di Cristo è per l’universo dello spirito quello che fu il Big bang per l’universo fisico, quando un atomo di materia cominciò a trasformarsi in energia, dando vita a quel movimento di espansione dell’universo che ancora oggi continua, dopo miliardi di anni».

«Allo stesso modo, la Risurrezione di Gesù non è un avvenimento che riguarda il passato, ma è una sorta di salto qualitativo, una mutazione decisiva che consente all’uomo di entrare in una dimensione assolutamente inedita, che va oltre quelle che sono le nostre consuete possibilità, perciò apre al futuro e a un nuovo genere di futuro per gli uomini».

«L’obiezione che sale spontanea, per noi moderni che abbiamo come riferimento la scienza – ha detto monsignor Pompili – che ci chiediamo come tutto questo sia possibile, è superata da quelle tre parole: non è qui. Parole che stanno a ribadire con forza che Gesù è, ma non dove pensiamo che sia. Dire non è qui significa allargare le spettro delle possibilità, significa dire che questa affermazione non è in contrasto con la scienza, perché la scienza indaga quello che è qui ed ora, e appunto, la Resurrezione non è qui».

«È risorto: questa è l’affermazione decisiva che chiude alla rivelazione e apre alla speranza», ha concluso il vescovo.