Parrocchie

Da Cantalice alla scoperta di un incantevole territorio

La terra senese legata con il suo nome a S. Galgano e alla spada nella roccia

Partenza di buon mattino il 4 maggio alla volta dell’eremo di Montesiepi a pochi chilometri da Chiudino. In questo borgo nacque nel 1148 Galgano Guidotti di nobile famiglia, votato alla carriera militare. Ma ottenuto il titolo di cavaliere, trascorse una giovinezza frivola e priva di ideali che ricorda quella di S. Francesco d’Assisi. Deluso e tormentato decise di cambiare vita ritirandosi in solitudine sulla collina di Montesiepi; visse da eremita a contatto con Dio e con la natura ed in segno di rinuncia perpetua alla guerra e all’uso delle armi, conficcò la sua spada nella fessura di una roccia da cui, si narra, non sia stato più possibile estrarla. Dritta, al centro del masso, la spada diventava simbolo della Croce davanti a cui pregare. A lui furono attribuiti vari miracoli e fu canonizzato da Papa Lucio 3° dopo pochi anni dalla morte.

Sul luogo che lo aveva visto eremita, nacque un complesso cistercense il cui nucleo originario è il piccolo tempio romanico meglio conosciuto con il nome di “Rotonda di S. Galgano” che avrebbe custodito la tomba del santo e la spada conficcata nella roccia. In questo posto suggestivo unico e singolare per forma e materiali usati, il parroco Don Nicolae Zamfirache ha celebrato la S. Messa alla presenza di parrocchiani, amici e di tanti turisti richiamati dalla bellezza del luogo.

Ma non si può lasciare l’eremo senza scendere più in basso per visitare ciò che resta dell’abbazia costruita nel 13° secolo, dopo la morte di S. Galgano, secondo i criteri dell’arte dei monaci cistercensi provenienti da Casamari in provincia di Frosinone. Il complesso abbaziale raggiunse rapidamente il suo splendore spirituale, culturale ed economico ma altrettanto rapidamente si avviò alla decadenza per incursioni di mercenari e per la pessima gestione commendataria. Della maestosa abbazia rimangono solo i muri perimetrali essendo priva del tetto e del pavimento ma, entrando all’interno, si rimane incantati dallo spettacolo creato dalla fuga degli archi acuti e delle finestre, dalla bellezza dell’abside e dal contrasto del cotto con il travertino tanto da farne uno dei più suggestivi monumenti della Toscana.

Nel pomeriggio, sulla via del ritorno, non poteva mancare la visita al borgo medioevale di Monteriggioni voluto dalla repubblica di Siena come avamposto difensivo con la rivale Firenze. Oggi, ad attrarre i numerosi turisti, sono ancora le mura a forma circolare con 14 torri, caratteristici negozietti artigianali, bar e ristoranti situati all’interno e il panorama incantevole che, ad ampio raggio, si distende sotto gli occhi di chi guarda dai camminamenti delle mura.

E’ stato questo un bel viaggio caratterizzato da momenti di preghiera comunitaria e da arricchimenti culturali sia dal punto di vista storico che artistico. Un buon pranzo al ristorante, lo spettacolo offerto dalle colline senesi ricche di viti disposte in geometrici filari e la natura verde e rigogliosa, sono stati gli ingredienti complementari per una giornata tanto diversa dalle altre.

di Agnese Sarti