Parenti alla Municipale, la minoranza: “ma quale casuale combinazione!”

Quando si dice che “la toppa è peggiore del buco”. Non si può non giungere a questa conclusione leggendo il comunicato di replica del Comune di Rieti sulla vicenda che vede coinvolto il consigliere di maggioranza Simone Miccadei e la moglie Laura Serva, destinataria di un comando dalla Provincia verso il Comune per la “casuale combinazione” di una serie di fattori.

Gli stessi fattori che, purtroppo, non si sono materializzati per decine di lavoratori precari cacciate a pedate dalla Giunta Petrangeli.
A quale soluzioni positive e per quali categorie di lavoratori ci si riferisca nel comunicato resta un mistero.
Apprendiamo con piacere che l’Amministrazione, nel caso della D.ssa Serva ha raccolto l’appello di una lavoratrice di un ente in difficoltà, la Provincia, ormai in liquidazione.
Ci aspettiamo allora una soluzione positiva anche per i 107 lavoratori di Risorse Sabine e per tutti i dipendenti della Provincia di Rieti che, senza dover sostenere un concorso, senza un bando o avviso pubblico, senza una preventiva ricognizione interna delle figure che servirebbero all’ente comunale, forti di questo precedente, potranno tranquillamente ricollocarsi all’interno del Comune reatino.
La verità il Sindaco la conosce, e pure bene, e senza avventurarsi in difese d’ufficio che fanno acqua da tutte le parti dicendo cose senza senso, farebbe più bella figura a tacere.
Non è affatto un mistero quello che è accaduto relativamente al pagamento nel 2013 di 35 mila euro alla D.ssa Serva.
L’amministrazione da Lei guidata ha scelto e non dovuto (come erroneamente scritto nella nota) di indennizzare l’ex Vice Comandante, disattendendo anche il parere del legale di fiducia dell’Ente che consigliava il ricorso in appello avverso la sentenza di primo grado.
Questo al solo fine di riportare a più miti consigli il Sig. Miccadei che infastidiva, con la sua azione, “l’opera moralizzatrice” intrapresa dal Comune.
Al quale consigliere chiediamo vivamente di rassegnare le proprie dimissioni da Presidente della Commissione Bilancio e Personale per manifesta incompatibilità oltre che per opportunità, senza dover subire l’onta di una sfiducia cui andrebbe inevitabilmente incontro.