«E qui comando io, e questa è casa mia, ogni dì voglio sapere chi viene e chi va». Non è solo il ritornello di una celebre canzone, ma anche quello che accade negli ultimi mesi all’Ater di Rieti.
Da circa un anno, dalla nomina del Commissario straordinario, dentro questo Ente ne abbiamo viste delle belle: un amministratore protempore con l’incarico di traghettare l’Ater sino all’insediamento del nuovo consiglio di amministrazione, quindi con lo scopo di assicurare solo l’ordinaria amministrazione che si improvvisa un impavido riformatore, stravolgendo l’organizzazione dell’ente e cambiando in molti casi i ruoli dei lavoratori.
Tutto questo accade ed è accaduto senza una preventiva concertazione con le organizzazioni sindacali (o almeno parte di esse) e soprattutto trascurando il dialogo con i lavoratori, quest’ultimi accusati più volte sulla stampa di essere più o meno collaborativi dallo stesso commissario. Complimenti dott. Maggi, un ottimo esempio di leadership! Quali sono stati i criteri per assegnare le mansioni?
Riteniamo doveroso ricordare al dott. Maggi che l’Ater svolge un ruolo fondamentale per i cittadini, soprattutto per quelli che non possono permettersi la casa di proprietà, proprio per questo motivo pensiamo che in questo periodo di crisi le sue priorità non coincidono con quelle degli inquilini e dei lavoratori dell’Ater.
Forse il commissario intende cambiare rotta? Non sarà mica che ha deciso di chiedere aiuto? Sembrerebbe che da settimane si aggira per gli uffici dell’Ater un consigliere comunale della città di Rieti, questo frequentemente chiede informazioni e detta indirizzi ad alcuni uffici, non sarà che tra qualche settimana ce lo ritroviamo come consulente o collaboratore dell’Ater?
L’Ater ha bisogno prima possibile di un nuovo consiglio di amministrazione che sappia dialogare con il proprio direttore e management, condizione necessaria affinché la macchina amministrativa e tecnica riesca a garantire un servizio ai cittadini trasparente, efficiente e efficace.