One Day Acr

Primo weekend di settembre denso per gli educatori dell’Azione Cattolica Ragazzi, impegnati in una due-giorni di riflessione e nella giornata di fine estate con i propri acierrini.

Nel programma dell’Ac diocesana, si è voluto inserire un momento di spiritualità e formazione per gli educatori Acr, svoltosi dal venerdì pomeriggio a sabato sera a Colle S. Mauro. Nei locali del convento dei Cappuccini, i partecipanti alla convivenza sono partiti dalla lectio divina di don Fabrizio Borrello sul brano evangelico che guida l’itinerario del prossimo anno associativo: l’episodio di Gesù che cammina sulle acque, narrato da Marco. Tutta orientata sul tema del sentire la presenza di Gesù non come un fantasma la riflessione, che dal piano personale è passata poi l’indomani a quello della responsabilità educativa, dibattendo sul senso di una catechesi che conduca i fanciulli a sentire davvero la presenza di Cristo e non si riduca agli aspetti informativi ma punti davvero a un rapporto “vitale” e a un’esperienza concreta di lui. Nel pomeriggio, ci si è poi soffermati sul “valore aggiunto” che a ciò può conferire un percorso associativo come quello dell’Azione Cattolica, con una tavola rotonda che ha messo a confronto le esperienze di chi vive o ha vissuto attualmente il ruolo di responsabilità educativa in Acr.

Domenica, il “sequel” dell’iniziativa nello speciale “one day Acr” che ha avuto per protagonisti i ragazzi dei gruppi parrocchiali: una giornata itinerante in città che conducesse gli acierrini alla scoperta di un “albero” simboleggiante l’identità della loro esperienza. Dalle radici riscoperte in quel di S. Eusanio (luogo in cui ha avuto origine a Rieti il primo nucleo dell’Azione Cattolica) alla celebrazione festosa della Messa in S. Rufo (col simbolo dell’acqua quale richiamo alla grazia che permette alla pianta di crescere rigogliosa), per proseguire alla ricerca (con una “caccia” in punti vari della città) dei “frutti” indicanti lo spirito di testimonianza gioiosa degli acierrini espressi negli inni tipici dell’Acr, che nel parco di via Liberato sono stati posti nel segno dell’albero; conclusione con il “fuoco” simbolo di quell’ardore di carità e faville di speranza che si è chiamati a donare, attonro al falò vissuto insieme ai genitori nel cortile della parrocchia Regina Pacis.