Olimpiadi: dieci anni per rimediare

Lunedì scorso il Presidente del Consiglio ha ufficializzato la volontà di candidare Roma per le Olimpiadi del 2024. L’occasione è stata una cerimonia del Coni, nella quale Matteo Renzi ha annunciato che da gennaio prenderà piede il Comitato promotore guidato dallo stesso Presidente del Coni Giovanni Malagò. Entrambi si sono dimostrati molto entusiasti, anche a costo di tradire lo spirito di De Coubertin.

La risposta definitiva l’avremo solo nel 2017 e anche l’iter ufficiale deve ancora iniziare. Nonostante ciò la determinazione del governo è massima e il Premier non ha lesinato espressioni di fiducia. A nessuno crediamo dispiacerebbe l’opportunità di seguire un evento così importante dal vivo e senza bisogno di fare un lungo viaggio. Per non dire della grande attenzione globale che solo una manifestazione del genere riesce a dare.

C’è però un valore aggiuntivo. Di risarcimento, se non di riscatto o rivincita, per una città infangata dalla cronaca come è Roma da alcune settimane. Parlare di mafia, appalti truccati, problemi sociali sfruttati per i fondi facili. Tutto questo per cifre da capogiro e con il coinvolgimento di più amministrazioni pubbliche. Reputazione internazionale della città eterna sotto le scarpe.

Impegnarci e impegnare l’Italia in questa avventura non sarà facile. Forse è doveroso. Organizzare un evento da miliardi di euro senza cadere nel malaffare potrebbe riportare l’immagine di Roma agli antichi splendori. O almeno alla soglia della dignità. Che adesso è seriamente messa a repentaglio.

di Caterina D’Ippoliti e Samuele Paolucci