Oktober fest

Piaccia o meno, il mese di ottobre nell’immaginario comune è sempre più collegato a colossali sbornie di stampo tedesco. Ma per noi madonnari tradizionalisti, rimane il mese del Rosario.

Dalla Germania in pochi anni si è diffuso l’uso di celebrare ormai un po’ ovunque il mese di ottobre come mese delle feste della birra, e il mondo secolarizzato riuscirà ad imporre anche questo, come ci sta riuscendo con Halloween e altre trovate più o meno culturali e geniali.

Ma per noi madonnari e tradizionalisti, il mese di ottobre è sempre il mese della Madonna e il mese del Rosario.

Le parrocchie della nostra diocesi, quasi nella totalità, celebrano le feste della Madonna del Rosario, in prossimità del 7 ottobre.

Tradizione antica per una figura, quella di Maria, che è ad un tempo profondamente umana e semplice, ma anche misteriosa e complessa.

Esempio e immagine di donna realizzata secondo le prospettive bibliche, modello da imitare per i discepoli che vogliono seguire il Cristo, ma per la mentalità del nostro tempo persona troppo remissiva e ubbidiente, modello per una società che è ormai superata, moglie e madre che ha rinunciato alla realizzazione di se stessa per un piano cui non aveva mai pensato e che forse, fanciulla come era, neppure la interessava più di tanto.

Eppure quando si recita il Rosario, sgranando i misteri, da quelli gaudiosi a quelli luminosi, da quelli dolorosi a quelli gloriosi, si segue con trepidazione questa ragazza di Nazaret che scopre a poco a poco un progetto più grande di lei, ma al quale partecipa segnando una strada che è poi quella di tutti gli uomini e le donne di tutti i tempi.

Un itinerario che si dipana per tutti, in un modo o nell’altro, fatto di gioie, di luce, di dolore e – si spera – di gloria.

Il modello di donna della nostra società: libera, realizzata, in carriera, non soggetta al marito, non schiava dei figli, sensuale, spigliata, disponibile a ogni genere di approccio (esclusa la madre, la moglie e la sorella), fisicamente uno schianto, non solo non esiste nella realtà, ma alla fine sembra anche più sofferente e meno desiderabile della ragazzina ebrea che diede al mondo il Figlio di Dio.

Pure la donna del nostro tempo, in alcuni casi, troppi, violentata, sottomessa, ingannata, repressa, ma in molti casi deprivata della felicità a cui avrebbe diritto, passa quei misteri, soprattutto dolorosi, con poca gioia, poca luce, forse senza gloria.

È il tipo di donna che spesso chiede ascolto al Consultorio, che si va a confidare con il confessore, che chiede vie d’uscita allo psicologo, ma più ancora che subisce una vita insignificante accanto a uomini egoisti o ottusi, spendendosi senza riserve per la famiglia e subendo spesso umiliazioni disumane.

Oggi – si badi bene –, in questo nostro bel mondo pieno zeppo di leggi e di pene, di reati e di numeri rosa, forse peggiore dei mondi passati.

Avevamo pensato alla liberazione della donna spogliandola delle sue vesti, impasticcandola di anticoncezionali, facendola lavorare come l’uomo, strappandole via la corona del Rosario, facendola passare dalle case chiuse all’aperto delle strade per farla prostituire alla luce del sole, ma forse siamo ancora ai misteri dolorosi.

Quasi sempre misteri dolorosi inflitti dal maschio, spesso egoista e bruto, bestemmiatore e ingurgitatore di alcol, insensibile e cacciatore.

Forse il mondo cambierà quando la corona del Rosario non solo sarà restituita alle donne, ma sarà anche sgranata dagli uomini, un po’ più sensibili e comprensivi, più “femminili” e mariani.

Così si potrà passare dai misteri dolorosi a quelli gaudiosi e luminosi…in un mondo con meno violenza, meno pretese e soprusi, fino ai misteri gloriosi.

Altro che Oktober fest!