Nuove strategie e divina pazienza per i nostri oratori

Una giornata di spiritualità ha chiuso il corso di formazione Anspi per animatori ed educatori.

«Se in mezzo a frate inverno, tra neve, freddo e vento, stasera arriveremo a casa e busseremo giù al portone bagnati, stanchi e affamati, ci scambieranno per due ladri, ci scacceranno come cani, ci prenderanno a bastonate e al freddo toccherà aspettare con sora notte e sora fame, e se sapremo pazientare, bagnati, stanchi e bastonati pensando che così Dio vuole e il male trasformarlo in bene,
tu scrivi che questa è: perfetta letizia, perfetta letizia, perfetta letizia».

Con i versi di questo canto che richiamano la celebre pagina dei Fioretti di San Francesco si è chiuso sabato scorso( 10 gennaio) con una giornata di spiritualità il corso di formazione indirizzato ad animatori ed educatori parrocchiali organizzato dalla sede diocesana dell’Anspi (Associazione Nazionale San Paolo Italia), l’associazione che riunisce i circoli giovanili e gli oratori italiani.

Guidati da don Mario Laureti, da Giancarlo Bonicelli e Torcolacci Maurizio, i frequentanti hanno avuto modo di confrontarsi con diverse tematiche, trattate nei mesi di novembre e dicembre e suddivise in sei distinte lezioni: le caratteristiche dell’oratorio, l’identità gioiosa dell’animatore, il valore educativo del gioco, la relazione tra oratorio e catechesi, il ruolo dei laboratori nello sviluppo delle potenzialità dei giovani, il rapporto tra oratorio e famiglia.

La giornata di spiritualità, tenutasi nella suggestiva cornice dell’agriturismo «Le Querce di Tara» a metà strada tra il Santuario della Foresta e Castelfranco, ha dato modo di riflettere sul significato profondo del servizio al quale è chiamato ciascun animatore. Nel corso della giornata c’è stato anche spazio per il dialogo ed il confronto delle esperienze tra i partecipanti. Nonostante i differenti contesti parrocchiali dai quali ciascuno proviene, si è notato quanto simili siano i vissuti di ciascuno, caratterizzati da grandi soddisfazioni e da indimenticabili momenti di crescita umana e spirituale, ma anche da qualche difficoltà, soprattutto in termini di adesione dei ragazzi e delle famiglie alle attività proposte e di accettazione da parte delle comunità locali. La condivisione delle esperienze e la preghiera comune hanno fatto emergere due necessità: pensare a nuove e più specifiche strategie di impatto e di azione degli oratori e dei circoli, tagliate su misura per ciascuna realtà; affidarsi a Dio, fonte della chiamata di ciascuno al servizio, aiuto insostituibile e sorgente di bene e di pazienza anche in mezzo alle più grandi avversità. Solo così l’animatore può avere e trasmettere vera gioia.