Chiesa di Rieti

Nota del Vescovo di Rieti Mons. Vito Piccinonna sull’assalto al Pullman dei tifosi

Pubblichiamo una nota del vescovo Vito sulla notizia dell’assalto al pullman del Pistoia da parte di alcuni tifosi reatini, che ha visto la morte dell’autista, Raffaele Marianella

Nota del Vescovo di Rieti
mons. Vito Piccinonna

La notizia dell’assalto al pullman del Pistoia da parte di alcuni tifosi reatini e la morte dell’autista ci raggiunge come un colpo improvviso. Un uomo ha perso la vita mentre svolgeva il proprio lavoro, colpito da un gesto che nulla ha a che fare con lo sport, né con la vita civile. A lui e alla sua famiglia va il pensiero più umano, il più semplice e più difficile da esprimere: quello del cordoglio.

Nel mentre, nel nostro cuore si fa spazio un altro sentimento. Da sempre vediamo nello sport una delle anime della nostra comunità. E la pensavamo matura, capace di contenere l’agonismo nel perimetro del gioco, di trovare nel confronto tra squadre l’occasione per riconoscersi, non per dividersi. Quando la violenza prende il posto del tifo, quando un incontro sportivo genera morte, si rompe qualcosa che riguarda tutti – non solo chi ha commesso il gesto, ma anche chi abita gli stessi luoghi, chi ne condivide il nome e la storia.

C’è in questo episodio una vergogna silenziosa che non possiamo eludere. Né possiamo lasciare che il nome della nostra Valle Santa venga associato alla violenza. Non basta condannare; occorre riconoscere che il confine tra sana passione e cieca appartenenza è fragile, e che custodirlo è una responsabilità comune. Occorre riconoscere di essere abitati dalle peggiori pulsioni e saperle governare. Prima di affrontare le guerre tra popoli e nazioni, occorre disinnescare le tensioni che abitano le nostre comunità: i pregiudizi tra residenti e nuovi arrivati, la distanza tra generazioni, le disuguaglianze sociali, la fatica delle relazioni, la solitudine interiore, il conflitto con la tecnologia e con l’ambiente. Oggi scopriamo che perfino lo sport, quando smarrisce la propria funzione educativa, può diventare uno di questi luoghi di attrito.

Ricordare oggi Raffaele significa anche interrogare noi stessi sul valore che diamo alle nostre relazioni pubbliche, al rispetto reciproco, al senso stesso dello stare insieme. La città che ama lo sport deve tornare a difenderlo come spazio di misura e di rispetto, non di sopraffazione. Ancora di più oggi sento il desiderio che questa Valle Santa diventi Officina di Pace sul serio.

Anche per la nostra città è un giorno di lutto. Nel ricordo di Raffaele sia occasione di condivisione del dolore e desiderio di speranza, come possibilità di “guardarsi” dentro e ridonare anima ai sentimenti di bene che attraversano la vita e la storia del popolo reatino.

Rieti, 20 ottobre 2025