“Non più terre di camorra ma di don Diana”

Si moltiplicano le iniziative nel ventennale della morte di don Peppe, parroco di Casal di Principe, ucciso mentre stava celebrando. Da lì si ripartirà il 19 marzo, con la messa celebrata dal vescovo di Aversa, Angelo Spinillo, nella parrocchia di San Nicola alle 7.30, l’ora esatta in cui fu ucciso. Si vuole testimoniare come questi venti anni abbiano portato frutto.

“Se la camorra ha assassinato il nostro Paese, ‘Noi’ lo si deve far risorgere, bisogna risalire sui tetti e riannunciare la ‘Parola di Vita’”. Con queste parole di don Peppe Diana si apre il documento “Verso il 19 marzo 2014 – Venti di Speranza, Venti di Cambiamento”, che illustra le iniziative programmate dalla diocesi di Aversa e da un comitato ristretto di associazioni del territorio in occasione del 20° anniversario dell’uccisione del parroco di Casal di Principe, che cade il 19 marzo. Tra gli eventi, un raduno nazionale di scuole, associazioni e cittadini che sfileranno lungo le strade di Casal di Principe il 19 marzo.

Amore per Dio e il territorio.

“Da parte della Chiesa c’è il desiderio di ricordare i fondamenti della scelta di vita sacerdotale di don Diana, che ha avuto come sua diretta conseguenza un’attenzione particolare alla problematica che rendeva schiavi questi territori: la camorra. Con le iniziative del ventennale mettiamo in evidenza che proprio l’amore per la Parola di Dio e per il Signore hanno portato don Peppe a spendere la vita per questo territorio”. Così don Franco Picone, parroco della Chiesa San Nicola di Casal di Principe e vicario generale, spiega al Sir il contributo della diocesi di Aversa alle iniziative per i vent’anni della morte del sacerdote. Ad esempio, il 18 marzo ci sarà un ritiro spirituale di tutto il clero diocesano con il cardinale Crescenzio Sepe nella parrocchia San Nicola a Casal di Principe, dove don Diana fu ammazzato, “per riflettere sull’importante ruolo della Chiesa e del sacerdote nei nostri territori”. Il 19 marzo il vescovo di Aversa, Angelo Spinillo, presiederà la messa nella parrocchia di San Nicola alle ore 7.30, orario in cui fu ucciso don Peppe. “Simbolicamente – precisa don Picone – il ritrovarsi a celebrare l’Eucarestia nella stessa ora dell’omicidio intende riprendere e continuare quella messa che è non stata mai celebrata da don Diana perché fu ucciso. In contemporanea suoneranno a festa tutte le campane delle parrocchie della diocesi”.

Modello umano e cristiano.

Sono stati anche preparati tre testi con la biografia di don Peppe, pensati e scritti per tre tipologie di destinatari: bambini, adolescenti e adulti. “L’iniziativa – chiarisce don Franco – mira a far conoscere l’esempio di vita di un sacerdote che ha saputo ben incarnare il suo profondo amore per il Signore e la sua Chiesa in un territorio martoriato dalla camorra attraverso una chiara condanna dei fenomeni malavitosi e provocando un efficace risveglio delle coscienze. La diocesi donerà a ogni scuola della Campania una copia di ogni testo, affinché, prima e dopo il 19 marzo, la sua memoria resti forte e viva come modello di valori umani e cristiani”. L’originalità dei testi è data dal fatto che “quello per i bambini è stato scritto da alcuni giovani di Casal di Principe con la tecnica della scrittura partecipata; il secondo è una raccolta di testimonianze dirette dei ragazzi dell’Azione cattolica della parrocchia San Nicola che dopo vent’anni si sono ritrovati a descrivere l’esperienza quotidiana con don Peppe. Il terzo è una ricostruzione storica di Sergio Tanzarella che evidenzia anche lo spessore culturale di don Diana”. Su una possibile apertura di un processo di beatificazione di don Diana, don Picone afferma: “In diocesi ci stiamo interrogando. La nostra preoccupazione è raccogliere testimonianze che ricostruiscono la vita di don Peppe, la sua testimonianza sacerdotale e il suo impegno collegato alla sua forte spiritualità e alla sua fede”. Sarà anche lanciato un sito, www.donpeppediana.com, nel quale saranno pubblicati gli scritti di don Peppe, quello che gli altri hanno scritto di lui e testimonianze. Per tutti gli eventi, in Italia e all’estero dedicati a don Peppe nel ventennale della morte, ci sarà anche una pagina Facebook.

Sacrificio non vano.

“L’idea che vorremmo dare con le tante iniziative messe in campo è che questi venti anni, dopo la morte di don Peppe, hanno portato frutto. Vogliamo mostrare non solo agli altri, ma anche ai cittadini di questo territorio che si possono costruire città diverse, relazioni diverse non basate su rapporti criminali, ma sull’insegnamento di don Diana”. A raccontarlo al Sir è Valerio Taglione, coordinatore del Comitato “Don Peppe Diana”. Esempi positivi ce ne sono: “Il fiorire di associazioni, la nascita delle cooperative che utilizzano beni confiscati, i premi letterari per le scuole, il premio nazionale don Diana, la mobilitazione degli ultimi tempi sulla terra dei fuochi: tutto è frutto di un rinnovato risveglio delle coscienze, che viene da questi ‘venti di cambiamento’”. L’impegno ovviamente non si fermerà dopo il 19 marzo: “È l’impegno quotidiano, costante, perseverante che fa la differenza in questi luoghi. Venti anni fa non si parlava, c’era paura, oggi ci sono tante iniziative e voglia di cambiare il volto di queste zone”. Grande è stato l’impegno della magistratura e delle forze dell’ordine: “Ora è necessario che la società civile si riappropri dei propri territori, della propria dignità, del proprio presente per costruire soprattutto per i giovani un futuro diverso: non solo terre di camorra, ma anche terre di don Diana”. “Credo – conclude Taglione – che il sacrificio di don Diana non sia stato vano, anche se ancora c’è tanto da fare. Si devono costruire alleanze con la politica, che deve risvegliarsi dal torpore e staccarsi dai collateralismi, e con le imprese sane del territorio. Occorre far capire che la legalità e la responsabilità convengono”.