Il museo civico di Fara Sabina apre le porte alle associazioni: al via il bando di concorso

L’amministrazione comunale di Fara in Sabina apre le porte del museo civico alle associazioni. Scade il 4 aprile il bando per la gestione della sorveglianza, la biglietteria, la custodia e le attività didattiche. Con questa scelta, l’assessorato alla cultura vuole valorizzare il patrimonio archeologico della città ed incrementare il turismo culturale nel borgo di Fara, oltre allo sviluppo della didattica museale per creare un servizio educativo di conoscenza storica della Sabina. Chi si aggiudicherà l’appalto biennale – oltre alle associazioni, sono ammesse anche cooperative e fondazioni – riceverà circa 20mila euro annui, più gli incassi della biglietteria.

«Abbiamo deciso di aprire le porte del museo ai professionisti della cultura affinché si possa moltiplicare il numero dei suoi visitatori. Il Museo civico archeologico di Fara in Sabina è una cattedrale nel deserto. Il valore dei reperti esposti non è minimamente ricambiato dai pochi biglietti staccati. La situazione va cambiata radicalmente. Come? Rafforziamo l’immagine e la fruibilità di questo servizio culturale: a luglio abbiamo inaugurato la nuova sala della Scrittura, con il celebre cippo di Cures; a dicembre è partito il collegamento in autobus attivo il fine-settimana; ora la gestione delle attività, che comunque restano sotto la supervisione del direttore scientifico, che ringrazio. Presto avremo anche il nuovo allestimento dei preziosi reperti provenienti dalle tombe della necropoli di Colle del Forno. Il museo civico diventa sempre più accogliente e funzionale». È quanto dichiara l’assessore Antonino La Torre.

Il Sindaco Davide Basilicata, dichiara: «Fara in Sabina, città della cultura, riparte dal proprio museo civico; scrigno meraviglioso dove è visibile la storia degli antichi Sabini. Nonostante la professionalità e l’impegno di chi ci lavora, i numeri del museo sono lontani dagli obiettivi che ci siamo prefissati nel campo del turismo culturale, visto che non incassa nemmeno mille euro l’anno. Se vogliamo utilizzare i beni culturali per favorire lo sviluppo economico della città, se vogliamo innescare un circolo virtuoso intorno alle strutture ricettive di Fara in Sabina, è necessario fare degli investimenti seri; noi l’abbiamo fatto e lo rivendichiamo con orgoglio. Mentre in Italia si fa a gara a chi taglia più fondi alla cultura, la nostra amministrazione investe sempre di più in questo settore; questa volta, in sinergia con un soggetto privato che sarà qualificato ed interessato a lavorare bene».