Mons. Lucarelli ai lavoratori: pensare insieme, programmare insieme

«In questo momento di difficoltà e di crisi che la nostra realtà sta attraversando, la Chiesa locale tiene presente le necessità di tutti coloro che sono coinvolti, e soprattutto di quelle famiglie che vivono un momento di difficoltà. Diciamo pure di dramma, perché la mancanza del lavoro o il rischio di perderlo è elemento di sofferenza non solo per i singoli lavoratori. Vengono coinvolte le famiglie, il disagio si allarga ai figli, agli affetti, e più in generale al contesto in cui il lavoratore si muove».

È stato il vescovo di Rieti Delio Lucarelli ad introdurre ieri mattina, presso la sala convegni del Consorzio per lo Sviluppo del Nucleo Industriale, l’incontro tra i lavoratori, i sindacati e le rappresentanze istituzionali di Rieti. Un convegno pensato per fare fronte comune rispetto ai gravi problemi che la realtà produttiva locale sta attraversando.

Una situazione, ha aggiunto il vescovo, che «ci porta ad essere solidali ed interrogarci su cosa poter fare, su quali elementi insistere, su quali elementi poter basare la nostra azione di vigilanza».

Un incontro, quello voluto dalla Diocesi che ha inteso rimettere al centro la necessità di stare uniti per affrontare i problemi, ma parlando il linguaggio della verità. L’obiettivo realistico infatti, al momento, sembra essere quello di alimentare la speranza senza coltivare sterili illusioni: «tutti quanti noi del territorio dobbiamo essere uniti, vicini, per poter dire: “vediamo un po’ se è il caso di fare qualche sobbalzo più forte, se ce lo permettono”. Talvolta noi gridiamo e chiediamo molto – ha aggiunto il presule – pur sapendo che certe realtà non si modificano facilmente. Questo non deve amareggiarci, ma darci coscienza di una realtà nella quale, mentre noi gridiamo che vogliamo salvaguardare il territorio e la sua ricchezza, o quello che ne rimane, altri più in alto di noi hanno già deciso, hanno già fatto i loro calcoli, il loro progetti».

Per questo occorre «mettersi insieme, pensare insieme, programmare insieme». È uno sforzo necessario per are forza e impegnare quanti «possono essere portatori di voce di questa realtà. Penso ai politici – ha detto il Vescovo – anche se pure loro, in questo momento, non sono eccessivamente favoriti nell’azione dalla realtà sociale dell’Italia intera».

Ma è inutile scoraggiarsi: «la prima cosa da fare è restare insieme e restituire elementi di speranza alla nostra gente, che ne ha tutti i diritti e tutti i motivi».

«Da parte mia invoco il Signore» ha concluso mons. Lucarelli. «Quello che noi uomini e donne non possiamo fare, lo affidiamo anche alla sua protezione e al suo sostegno».