Maria, angelo docile e mite: ora il cielo ti appartiene

Un ricordo di Maria Di Francesco, la commerciante reatina che gestiva un esercizio ormai storico nel centro storico di Rieti.

Te ne sei andata così, in silenzio, docile e mite come solo tu sapevi essere, la mattina di una domenica di maggio. Il giorno prima della Madonna di Pompei, di quella Maria – nomen omen – che così tante volte avevi invocato con i tuoi rosari, snocciolati di continuo per tutti noi “giovani” in difficoltà. Da tempo, ormai, quel male oscuro con cui combattevi da qualche anno, coraggiosa e piena di fede, ti aveva costretta lontano dal tuo negozio lì, in una via Roma che forse anche tu stentavi a riconoscere, tanto vuota e desolata appare oggi.

Quella “Galleria del Regalo” al civico 21, costruita mattone su mattone – con fatica, sacrificio, dedizione e tanto amore e passione – con il tuo amato Giovanni, già in Cielo ad attenderti, anche lui portato via prima del tempo secondo i misteriosi disegni del Signore “disegni d’arte ineffabile per ogni uomo”, recita la Scrittura. Ti ho conosciuta proprio grazie al Signore. Avevo solo 15 anni e nell’allora parrocchia di Santa Scolastica – tenuta dai padri Scolopi, c’era padre Giuseppe Venturi, all’epoca – era nato il Cammino Neocatecumenale: ci ritrovammo insieme ad ascoltare quell’Annuncio sconvolgente – il Kerigma – che Giuseppe “Bebè” Rosati proclamava con tanto amore, ardore e maestria. Maria, si: di nome e di fatto. Per me e per tutti noi, giovanissimi, allora. “A noi basta uno sguardo e ci intendiamo, vero Francè?”: così mi dicevi sempre.

La vita non ti ha fatto sconti, amatissima Maria. E nonostante il tuo lungo Calvario mai il tuo volto ha smesso di sorridere perchè, ne sono certo, c’era il dolce Gesù, con te, a portare quella croce. Tante volte l’abbiamo cantato, insieme, ricordi? “La Croce gloriosa del Signore Risorto è l’albero della mia salvezza. Di esso mi nutro in esso mi diletto. Nelle sue radici cresco, nei suoi rami mi distendo”. Uno dei canti più belli di quel cammino che ci ha regalato la confidenza con Gesù. E per te, quella croce, non era strumento di morte, terrore, disperazione: era gloriosa, davvero. Grazie all’amore infinito ed inesauribile della tua famiglia e delle tue figlie, sempre teneramente assidue, sino alla fine. Con la tua comunità e il parroco, don Giovanni Franchi, in quel “corpo” che il Signore ci ha regalato e nel quale abbiamo sperimentato concretamente cosa vuol dire l’Amore nella dimensione della croce. Mi mancherà il tuo sguardo. La nostra intesa, unica. Ma Lì, in Cielo, con il tuo Giovanni – di nuovo insieme, finalmente! – potrai ancora parlare, come sempre facevi, di me al Padre.

12 thoughts on “Maria, angelo docile e mite: ora il cielo ti appartiene”

    1. renzo

      La ricordo ancora con tanto affetto anche se da molti anni non ci frequentavamo più, la giovialità e tranquillità era un vero aiuto per me, ciao Maria.

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