A Rieti, mano nella mano per la salute

Catena Umana per la Salute

Diecimila firme raccolte. Questo il risultato ottenuto dal Comitato per il Diritto alla Salute di Rieti che, lo scorso 23 febbraio, ha terminato il presidio davanti all’Ospedale De’ Lellis, iniziato un mese prima. Grandissima la soddisfazione, per il traguardo da parte dei promotori guidati, da Tullio Ciogli e Antonio Ferraro. Questa mattina, invece, le tante associazioni coinvolte hanno costruito insieme una lunga catena umana, che è sembrata sottolineare la profonda unità di intenti dei tanti attivisti che si muovono in difesa del nosocomio.

«Il numero di firme raccolte a sostegno del testo condiviso da diciotto associazioni del territorio – dice Ferraro – è un grandissimo risultato. In questo mese abbiamo incontrato e contattato tantissime persone comuni, operatori della sanità e registrato anche un’adesione corale da parte di gran parte del mondo politico».

Lo scorso dicembre il Comitato aveva già consegnato alla Regione Lazio, 5700 firme raccolte per la petizione “Salviamo la Sanità reatina”, iniziativa con cui portare avanti un progetto di tutela per il diritto alla salute della popolazione reatina «pesantemente messo in discussione – spiega Ciogli – dai tagli imposti da Governo e Regione e per sostenere la volontà delle migliaia di persone che hanno firmato la petizione per portare avanti con determinazione la richiesta di risorse professionali e tecnologiche necessarie al funzionamento dei reparti ospedalieri reatini e dei servizi territoriali di assistenza primaria».

Il documento redatto dal Comitato parla chiaro e le richieste sono categoriche come quelle legate a provvedimenti immediati e urgenti a difesa, in particolar modo, di alcuni settori dove la mancanza di personale sta creando gravissimi disagi ad operatori ed utenti.

«Non è più tollerabile – aggiunge Ferraro – che reparti di eccellenza come oncologia o radioterapia debbano arrancare per la mancanza di personale, come pure il Tao, dove è rimasto un solo medico. È cosa gravissima perché la mancanza di personale e di chi sa manovrare i macchinari, in alcuni casi, come dimostrato dati alla mano, può portare anche al decesso del paziente. Non siamo più disposti a tollerare che si giochi con la vita degli assistiti. I tempi di attesa, anche nei reparti, sono inaccettabili. Basti vedere ad Ortopedia, dove pazienti polifratturati devono attendere anche una settimana dal ricovero all’intervento con sofferenza loro e se vogliamo essere cinici anche una spesa notevole per la collettività».

Proprio per cercare di salvare e migliorare la sanità reatina il Comitato ha incontrato tutte le parti politiche ed i candidati alle Elezioni Politiche e Regionali. Come spiega Antonio Ferraro «tutti i soggetti politici in corsa per le elezioni, come pure tutti gli schieramenti politici, hanno ascoltato le nostre richieste dimostrandosi aperti ad interventi concreti per la sanità reatina».

Qualcuno ha “nicchiato” come Francesco Storace, che avrebbe detto, di «non essere d’accordo su quanto proposto dal Comitato – spiega Ferraro – perché convinto che a dover decidere su direttori generali, assunzioni e gestione della sanità deve essere il Presidente della Regione. Gli altri sono stati certamente più disponibili parlando di commissioni miste, di riapertura dei due ospedali di Amatrice e Magliano Sabina, oltre che di un necessario rafforzamento dei reparti in crisi e in sofferenza del De’ Lellis».

Insomma, intervenire presto e bene «è un modo – dice Ciogli – per risparmiare e per non sperperare e spendere soldi inutilmente».

Ora l’attesa è per capire quale sarà la nuova scacchiera all’interno della Regione Lazio per poi, come spiega Tullio Ciogli, «consegnare le diecimila firma raccolte a chi guiderà la nostra Regione per responsabilizzarlo sulle richieste».

Solo qualche giorno di riposo dopo un mese trascorso fuori dal De’ Lellis a volantinare dalle 6.30 di mattina fino a mezzanotte e a dormire in un piccolo camper parcheggiato fuori dal nosocomio.

«I nostri sacrifici – dice Ferraro – sono stati apprezzati dalla gente che ha premiato anche la nostra opera di verità sulle reali condizioni della sanità reatina, in barba a quei politici che ci additavano come Cassandre, cercando di smentire e spegnere il nostro grido d’allarme. Proprio come stavano facendo spegnere anche il nostro presidio ospedaliero. Oggi è la prima vittoria. Per tutti i cittadini che meritano una sanità migliore».

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