«Maestro, dove abiti? Venite e vedrete»

Gli analisti e commentatori internazionali avevano pronosticato circa 250.000 partecipanti per la GMG del 1997,. La sorpresa fu grande quando si arrivò a circa un milione di fedeli presenti alla veglia finale. È in Francia, a Parigi, dal 19 al 24 agosto, che san Giovanni Paolo II convocò i giovani del mondo per la XII GMG internazionale.

Si trattò di una sfida più difficile delle altre, perché il Papa chiamò i giovani a radunarsi nel cuore dell’Europa, nella patria della laicità, la terra che ha visto l’affermazione di forze decisamente anticlericali anche se al servizio dei valori di libertà, fraternità e uguaglianza, cari e irrinunciabili allo stesso cristianesimo. La risposta fu chiara: in occasione della GMG si formò una vera e propria catena umana di giovani, che si presero per mano “circondando” letteralmente Parigi con un grande abbraccio lungo 36 km.

Già nel messaggio dell’agosto del 1995 era evidente la provocazione: Il Pontefice sottolineò che “Viviamo in un’epoca di grandi trasformazioni, nella quale tramontano rapidamente ideologie che sembravano dover resistere a lungo all’usura del tempo e nel pianeta si vanno ridisegnando confini e frontiere. L’umanità si ritrova spesso incerta, confusa e preoccupata, ma la parola di Dio non tramonta; percorre la storia e, nel mutare degli eventi, resta stabile e luminosa”.

Tutto può cambiare e trasformarsi, ma la Parola di Dio rimane fedele a stessa, non muta, passa attraverso la storia, incontrandola e fecondandola, giungendo fino al pieno compimento di ciò che afferma. Un messaggio assai forte, che apre prospettive, orienta le scelte, consolida decisioni, che ribalta la figura del “cercatore” in “cercato”: “Quando si ha a che fare con Lui, la domanda viene sempre capovolta: da interroganti si diventa interrogati, da «cercatori» ci si scopre «cercati»; è Lui, infatti, che da sempre ci ama per primo (Cfr. 1Gv 4,10). Questa è la fondamentale dimensione dell’incontro: non si ha a che fare con qualcosa, ma con Qualcuno, con «il Vivente».

I cristiani non sono i discepoli di un sistema filosofico: sono gli uomini e le donne che hanno fatto, nella fede, l’esperienza dell’incontro con Cristo (Cfr. 1 Gv 1, 1-4)”. È quindi Gesù che prende l’iniziativa, questa sottolineatura è determinante per capire “Il dove abiti ?”, tema della GMG. È Lui che ci chiama, che si fa sentire nel nostro animo, che si fa trovare nel silenzio della preghiera e che dice “Venite e vedrete”. La parole del Papa sono quelle di un padre che esorta i figli a fare un passo verso qualcosa di importante nel quale riporre fiducia: “Non abbiate paura di avvicinarvi a Lui, di varcare la soglia della sua casa, di parlare con Lui faccia a faccia, come ci s’intrattiene con un amico (Cfr. Es 33, 11).

Non abbiate paura della «vita nuova» che Egli vi offre (…) Gesù è un amico esigente che indica mete alte, chiede di uscire da se stessi per andargli incontro, affidando a Lui tutta la vita: «Chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà» (Mc 8, 35). Questa proposta può apparire difficile e in alcuni casi può far anche paura. Ma – vi domando – è meglio rassegnarsi ad una vita senza ideali, ad un mondo costruito a propria immagine e somiglianza, o piuttosto cercare generosamente la verità, il bene, la giustizia, lavorare per un mondo che rispecchi la bellezza di Dio, anche a costo di dover affrontare le prove che questo comporta? Abbattete le barriere della superficialità e della paura! Riconoscendovi come uomini e donne «nuovi»”.

Il Papa indica i luoghi dove Gesù abita e non si limita a parlare del cuore dell’uomo, anche se non si può prescindere da questo: “là dove gli uomini soffrono e sperano, (…) accanto a voi, nei fratelli con cui condividete l’esistenza quotidiana. Il suo volto è quello dei più poveri, degli emarginati, vittime non di rado di un ingiusto modello di sviluppo, che pone il profitto al primo posto e fa dell’uomo un mezzo anziché un fine. La casa di Gesù è dovunque un uomo soffre per i suoi diritti negati, le sue speranze tradite, le sue angosce ignorate. Là, tra gli uomini, è la casa di Cristo, (…) abita tra quanti lo invocano senza averlo conosciuto; tra quanti, avendo iniziato a conoscerLo, senza loro colpa Lo hanno smarrito; tra quanti lo cercano con cuore sincero, pur appartenendo a situazioni culturali e religiose differenti. (…) Tutti lo possono incontrare nelle Scritture, nella preghiera e nel servizio al prossimo. (…) nelle vostre parrocchie, nelle comunità in cui vivete, nelle associazioni e nei movimenti ecclesiali di cui fate parte, come pure in tante forme contemporanee di aggregazione e di apostolato al servizio della nuova evangelizzazione. (…) Gesù vive in mezzo a noi nell’Eucaristia, nella quale si realizza in maniera somma la sua presenza reale e la sua contemporaneità con la storia dell’umanità.”

Passeranno tre anni per la successiva GMG internazionale al fine di poterla celebrare nell’anno 2000 a Roma.