«Era il maggio odoroso…» direbbe il poeta, ma per noi cattolici e un po’ “madonnari” il mese di maggio è il mese di Maria, anche se il vero mese mariano è l’Avvento, in cui anche i testi biblici della Messa sfiorano quasi ogni giorno quella maternità straordinaria di Maria, in modo a volte esplicito, ma il più delle volte criptico e allusivo.
La pietà popolare, tuttavia, è caparbia nel mantenersi ancorata al mese della Madonna, che sotto diversi titoli è onorata nelle nostre terre.
Ce n’è uno su tutti che ha dato il nome a tante feste popolari: la Madonna del Rosario, quella preghiera ripetitiva e apparentemente noiosa che tante persone anziane, ma anche tanti giovani, recitano spesso davanti alle numerosissime icone, immagini, statue che la raffigurano.
La Madonna è una sola, ma venerata sotto tanti “titoli”, del Rosario, dei Balzi, Addolorata, Immacolata, Annunziata, Salus Infirmorum, Filetta, del Popolo, di Lourdes, di Fatima e poi tutti quei titoli che sono ripercorsi nelle Litanie.
Una sola Madonna, ma tante Ma-donne, che sottolineano la partecipazione di Maria agli eventi fondamentali della vita del Figlio, ma anche della vita dei credenti delle varie epoche storiche.
Quello che è straordinario della figura di Maria è che assomma in sé le caratteristiche che dovremmo avere noi cristiani, le donne, i discepoli impegnati nel percorrere la via, tutta in salita, della perfezione evangelica.
In questo mese di maggio, nelle chiese sparse in tutto il mondo, davanti alle immagini della Madonna, artisticamente belle e di valore, o brutte e di scarso valore, si pongono fiori odorosi, lumi, ma soprattutto le preghiere di tanta gente semplice che si rivolge a Lei per ottenere grazie e favori materiali e spirituali.
Una certa predicazione intellettualistica, fin troppo lontana dal sentire delle persone normali, ha voluto ridimensionare il culto alla Vergine, ma non ci è riuscita, il legame con la Madonna, anzi con le “Ma-donne” è troppo forte, il suo ruolo unico, la sua semplicità attraente, la sua perseveranza fino alla fine tragica del Figlio esemplare, la sua somiglianza con noi affascinante e la sua differenza (santità) da noi non imbarazzante.
«Qui sei a noi meridiana face di caritate, e giuso, intra i mortali sei di speranza fontana vivace» scrive Dante nell’ultimo canto della Divina Commedia. È vero, la Madonna è l’ultimo rifugio di chi non vuole disperare.
Propongo un “fioretto” come si diceva un tempo. In questo mese di maggio sforziamoci di combattere la bestemmia in generale, soprattutto quella contro la Madonna. Bestemmiare la più tenera delle madri è di una volgarità rivoltante, ed è come prendersela con tutte le donne del mondo.