M5S: Melilli continui pure a coltivare il suo orticello

Dobbiamo ammettere di aver peccato di ingenuità nello sperare che un rappresentante del territorio mettesse in cima alle sue priorità il bene della collettività, mentre son bastate poche ore per scoprire con una certa delusione che ancora una volta la priorità era il proprio orticello, leggasi partito, rimborsato personalmente con poco più di 20.000 euro quale sostegno per le spese elettorali per le regionali.

Proprio nella stessa giornata in cui si apprendeva che il Parlamento deliberava la ripartizione dei rimborsi elettorali per il 2013 (disattendendo ancora una volta la volontà popolare espressa anche tramite il famoso referendum) nelle seguenti misure: Popolo della libertà (con 18.6 milioni) e Partito democratico (18 milioni) Lega Nord 5,4 milioni Udc 3,1 milioni; Scelta civica 1,3 milioni; Sel 1,1 milioni; Fratelli d’Italia 442 mila euro, mentre il M5S – unica forza politica presente in Parlamento – ha restituito allo Stato ben 4.2 milioni dando seguito alle promessa elettorale.

Questi dati dovrebbero far riflettere chiunque sulle reali capacità di ciascuno: a livello nazionale il M5S è stato il partito più votato autofinanziandosi, cioè senza spendere e chiedere un euro pubblico, anzi addirittura donando una palestra alla scuola di Mirandola, cittadina colpita dal sisma, rispetto a Pdl e Pd-l che sono costati ai cittadini più di 35 milioni di euro annui; nella provincia di Rieti, per le regionali il M5S ha raccolto la metà dei consensi del Pd spendendo poco più di mille euro (molti dei quali per retribuire gli autenticatori delle firme necessarie alla presentazione delle liste), la ventesima parte di quanto speso (stando alle sue dichiarazioni) da una sola persona che non era nemmeno candidata e che oggi avrebbe la presunzione e la responsabilità politica di far quadrare i conti del Paese.

L’Onorevole nella sua replica ha dimenticato di rimarcare che il contributo personale al partito non è una sua libera scelta, bensì un obbligo sancito all’art. 22 dello statuto del Pd, il cui mancato adempimento costerebbe addirittura l’incandidabilità futura: «Gli eletti hanno il dovere di contribuire al finanziamento del partito versando alla tesoreria una quota dell’indennità e degli emolumenti derivanti dalla carica ricoperta. Il mancato o incompleto versamento del contributo previsto dal Regolamento di cui all’articolo 36, comma 2, è causa di incandidabilità a qualsiasi altra carica istituzionale da parte del Partito Democratico, nonché dei provvedimenti disciplinari di cui il Regolamento previsto all’art. 39 e 40 del presente Statuto».

Insomma,quando si dibatte per giorni di dispute sugli scontrini dei nostri portavoce, si omette con cura di raccontare come parte dei ricchi stipendi e delle indennità di carica finiscano nelle fauci mai sazie dei partiti.

Ed ecco allora evidenziarsi un’altra differenza: mentre la priorità dei rappresentanti dei partiti è di autoalimentare un sistema, la nostra è quella di restituirli al territorio sotto forma di microcredito, come già fatto egregiamente in Sicilia e come stanno facendo alla Regione Lazio i nostri magnifici 7, che in tre mesi e cioè da Marzo al 6 luglio hanno accantonato già la cifra di circa 150.000 euro (1600 al giorno).

Onorevole Melilli, se questa non è una presa in giro per gli italiani, che soffrono sempre di più la fame, mentre voi continuate a promettere in campagna elettorale e a non mantenere, di cancellare i rimborsi, di ridurre il numero dei Parlamentari, continuate invece a rimpinguare le casse dei Partiti, cos’è? Ce lo dite voi a chi Santo dovranno votarsi gli italiani purché tutto questo finisca? Forse sarà più facile del previsto, basterebbe dare ragione al Movimento 5 Stelle, perché noi le promesse le manteniamo, è nel nostro DNA, mentre voi continuate e continuerete a sostenere un sistema ormai logoro e marcio.

P.S. Per il fondo da aprire, non si preoccupi l’Onorevole, a questo punto faremo da soli, insieme ai tanti cittadini che capiranno lo spirito e la forza del Movimento 5 Stelle.

Loro non si arrenderanno mai. Noi neppure!

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