Luciano e Giovanni a Rieti da terre lontane per dire «sì»

Domenica 26 ottobre in Cattedrale monsignor Lucarelli ha ordinato i due sacerdoti. Dalla Romania e dalla Polonia accolti nel clero locale «testimoni» le comunità di Regina Pacis e S. Agostino L’invito del vescovo a incarnare nel ministero del prete il comandamento dell’amore a Dio e al prossimo.

La “colpa” è stata tutta dell’amore. Quello che ha spinto Luciano e Giovanni a donare la vita nel farsi pastori del popolo di Dio. Perché è «in ragione di questo amore, a causa di questo amore» che è giunto per loro il momento di essere ordinati sacerdoti. Così si è espresso il vescovo Lucarelli nell’omelia della solenne celebrazione nella quale, domenica scorsa, Lucian Petru Petrea e Leszek Jan Nieborak hanno pronunciato il loro “Eccomi” consacrando la propria vita nel ministero presbiterale.

È voluto partire, monsignor Delio, dal tema risuonato poco prima nel brano evangelico della liturgia domenicale, per bocca di Franco Petre Antica, uno dei diaconi permanenti della diocesi, zio dell’ordinando Luciano. Il brano che contiene «la grande sfida che interpella ogni credente: il comandamento dell’amore». Quel comandamento, ha detto il presule, che «sovrasta ogni altro aspetto della vita di fede e della vita sacerdotale». Il desiderio di spendersi nell’amore per Dio e per il prossimo ha condotto i due giovani fino in terra reatina da terre lontane: Lucian Petru, per tutti qui don Luciano, dalla Romania, Leszek Jan – che i reatini hanno imparato a chiamare semplicemente con la traduzione italiana del secondo nome: don Giovanni – dalla Polonia.

Il primo è approdato nella diocesi in cui lo zio paterno, dai natali romeni ma naturalizzato italiano da molto tempo, svolge da trent’anni il servizio diaconale, raggiuggendo ogni fine settimana da Roma l’Amatriciano. Da qualche anno il nipote gli era “collega” nel ministero, con la prospettiva però di passare al grado successivo, diventando prete.

Traguardo raggiunto insieme a un altro giovane anch’egli giunto qui dall’estero, dalla patria di papa Wojtyla, terra ben più feconda di vocazioni rispetto a ogni altro Paese europeo, che alla Chiesa reatina ha già fornito diversi sacerdoti. Solo un anno fa don Giovanni, che era già diacono, è arrivato in Italia, accolto da monsignor Lucarelli tra i futuri preti della sua diocesi.

Un anno trascorso a fianco a don Fabrizio nella parrocchia cittadina di Regina Pacis, i cui parrocchiani sono intervenuti in tanti alla celebrazione in Cattedrale, così come da Sant’Agostino, parrocchia in cui Luciano ha operato negli ultimi anni. Proprio ai due rispettivi parroci è toccato, nell’apposito momento previsto dal rito, presentare gli ordinandi.

Don Salvatore Nardantonio e don Fabrizio Borrello hanno pronunciato “in stereo” la formula con cui si richiedeva al vescovo di procedere all’ordinazione, per presentarequindi il curricolo dei due candidati, evidenziandone il percorso formativo e spirituale. Agli eletti si è rivolto poi Lucarelli nell’omelia (ne è disponibile la ripresa video), richiamando le parole di papa Francesco nel suo dialogo con i sacerdoti di Caserta, con l’invito ad avere una spiritualità ben impostata, una capacità di apertura totale verso gli altri, un fecondo rapporto con il vescovo.

E riferendosi alla recente assemblea sinodale, ha ricordato la necessità di farsi vicino alle famiglie, che «richiedono sempre più di essere accompagnate nel loro cammino, non tanto e non solo con le parole, ma con una vicinanza cordiale e sincera, che le aiuti nella vita di fede e di relazione, con una condivisione convinta».

Dopo aver ricevuto gli impegni e la promessa di obbedienza e dopo la loro prostrazione al canto delle Litanie dei santi, ecco giunto il momento culminante dell’imposizione delle mani sul capo degli eletti, ripetuto da tutti i presbiteri presenti: tra loro anche il fratello di Luciano, religioso dei Minori Conventuali e sacerdote, che ha partecipato alla gioia della famiglia con il padre e l’altro fratello (sposato e residente ad Amatrice), in prima fila nella navata assieme alla madre e al fratello di Giovanni (mentre la mamma del primo e il papà del secondo, come ha detto monsignor Lucarelli, si sono uniti dal cielo al momento di festa).

I due neo ordinati, ricevuta l’unzione crismale sulle mani e rivestiti dei paramenti sacerdotali, sono così potuti salire all’altare affiancando il vescovo nel concelebrare per la prima volta l’eucaristia.

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