«Lo Spirito santo vi insegnerà ogni cosa»

Il tema della GMG del 1998 venne indicato da San Giovanni Paolo II nel messaggio che Egli diresse ai giovani del mondo nella prima domenica d’Avvento dell’anno precedente, il 30 novembre 1997: “Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa” (Gv 14,26). Il Papa, come sempre, fu diretto e semplice, aprendo lo scritto con “Cari giovani amici!”, un’espressione che sintetizzava lo stato d’animo che subito dopo affermava di vivere “(…) il Papa pensa a voi e vi vuole bene, vi raggiunge quotidianamente con un pensiero carico d’affetto e vi accompagna con la preghiera, si fida e conta su di voi, sul vostro impegno cristiano e sulla vostra collaborazione alla causa del Vangelo”. Uno stile importante, che parla al cuore e all’anima, uno stile da padre e pastore che i giovani colsero fin da subito e che ancora una volta tornava a proporsi alla loro attenzione.

E i giovani non delusero le aspettative, compresero che la Chiesa si stava preparando al Grande Giubileo dell’anno 2000 e questo non poteva avvenire se non nello Spirito Santo, riconoscendo che Egli “(…) attualizza nella Chiesa di tutti i tempi e di tutti i luoghi l’unica Rivelazione portata da Cristo agli uomini, rendendola viva ed efficace nell’animo di ciascuno» (Tertio Millennio adveniente, 44). La funzione di guida, di rivelazione e discernimento della Terza Persona della Trinità, fu richiamata dal Papa in diversi passaggi del messaggio preparatorio, una sottolineatura che invitava chiaramente i giovani a dare spazio nella loro vita allo Spirito Santo, affinché in un tempo che “(…) sembra addirittura non conoscere più il confine tra il bene e il male”, ci si lasci “ammaestrare” dallo Spirito “(…) mettendosi docilmente ed umilmente alla sua scuola, sì da imparare quella «sapienza del cuore» (Sal 90[89], 12) che sostiene e alimenta la nostra vita.”. Papa Wojtyla non si fermò a riconoscere il valore del “cuore” ma volle render conto anche della ragione che l’uomo possiede, affermando che “(…) lo Spirito Santo stesso è capace di guidarci «alla verità tutta intera» (Gv 16, 13), un piano di consapevolezza in cui fede e ragione saranno indubbiamente conciliate.

Fidarsi e affidarsi, è questa la richiesta fatta, ieri come oggi, ai giovani, come accadde ai discepoli di Emmaus richiamati dal Papa: “«Non ci ardeva forse il cuore nel petto?» (Lc 24, 32), dicono i viandanti sul cammino di Emmaus. La sua parola li illumina: non avevano mai detto con tanta forza e pienezza: «Mio Signore e mio Dio!» (Gv 20, 28). Li guarisce dal dubbio, dalla tristezza, dallo scoraggiamento, dalla paura, dal peccato; una nuova fraternità è loro donata, una comunione sorprendente con il Signore e con i fratelli sostituisce l’isolamento e la solitudine: «Va’ dai miei fratelli!» (Gv 20, 17). La conseguenza di queste riflessioni sono chiarissime e forse rappresentano i passi più importanti dello messaggio del Papa “(…) quando Cristo risorto si rende presente nella vita delle persone e dona loro il suo Spirito (cfr Gv 20, 22), esse cambiano completamente, pur restando, anzi divenendo pienamente se stesse.”.

Il Papa sollecitò quindi i giovani a guardare allo Spirito come Colui che “(…) rende audaci, spinge a contemplare la gloria di Dio nell’esistenza e nel lavoro di ogni giorno. Spinge a fare l’esperienza del mistero di Cristo nella Liturgia, a far risuonare la Parola in tutta la vita, nella sicurezza che essa avrà sempre qualcosa di nuovo da dire; aiuta ad impegnarsi per sempre nonostante la paura di fallire, ad affrontare i pericoli e superare le barriere che separano le culture per annunciare il Vangelo, a lavorare instancabilmente per il continuo rinnovamento della Chiesa senza ergersi a giudici dei fratelli.”.

Tante le sollecitazioni che i giovani poterono rintracciare nel messaggio del 1997: lo Spirito Santo dona docilità, libertà e fedeltà; consente l’esperienza dell’unità della Chiesa, nonostante la sua diversità, , stimola la sua missione evangelizzatrice, permette l’accoglienza reciproca, è alla base di ogni vocazione. “Il dono dello Spirito rende attuale e possibile per tutti il comando antico di Dio al suo popolo: «Siate santi perché io, il Signore Dio vostro, sono santo» (Lv 19, 2).” Il santo Papa invitò i giovani ad essere santi, a delineare in loro l’immagine di Gesù mediante una “vita spirituale” a contatto con l’amore di Dio.