Covid

L’Italia corre verso il rosso. Il tasso di positività sale al 6,9%

Lunedì molte regioni si ritroveremo in lockdown. I nuovi contagi: 25.673. Crescono anche i ricoverati in terapia intensiva. In Lombardia record di tamponi. La provincia di Prato diventa rossa

La corsa del Covid non si arresta e l’Italia diventa rossa: da lunedì la maggior parte delle Regioni sarà di fatto in lockdown, con le scuole di ogni ordine e grado in didattica a distanza, bar, ristoranti e negozi chiusi, possibilità di uscire da casa solo per comprovate esigenze lavorative, motivi di salute o situazioni di necessità, nessuna possibilità di andare a trovare parenti e amici una volta al giorno.

A certificare il nuovo peggioramento della situazione in tutto il paese sono i dati del monitoraggio settimanale e il Consiglio dei ministri, già convocato, darà il via libera alle nuove misure per l’ulteriore stretta, necessaria alla luce della crescita dei contagi dovuta alle varianti diffuse ormai in tutto il paese e responsabili di oltre la metà dei nuovi casi accertati.

I dati ufficiali arriveranno solo dopo la riunione della cabina di regia e la validazione da parte del Comitato tecnico scientifico, ma la tendenza è già chiarissima tanto che diversi presidenti di Regione hanno annunciato loro stessi il passaggio in zona rossa. Prima però della firma del ministro della Salute Roberto Speranza sulle ordinanze che delineeranno la nuova mappa dei colori dell’Italia a partire da lunedì, il ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini, lo stesso Speranza e il Cts incontreranno le Regioni assieme ai rappresentanti di Comuni e Province.

La velocità con cui corre il virus ha obbligato però il governo a scegliere una strada più veloce. Nel provvedimento entrerà il criterio in base al quale con un’incidenza settimanale di 250 casi ogni 100mila abitanti si entra automaticamente in zona rossa, bocciato a gennaio dai governatori ma sul quale c’è una sostanziale condivisione in tutto il governo, e la stretta per Pasqua come già è stato fatto a Natale, dunque tutta Italia in rosso dal venerdì santo al giorno di Pasquetta.

Discussione ancora aperta invece sulla possibilità di abbassare la soglia dell’Rt con il quale si entra in zona arancione (ora è all’1) e sul coprifuoco anticipato.

Quel che è già abbastanza chiaro a tutti, in ogni caso, è che i dati del monitoraggio combinati con le nuove misure proietteranno gran parte dell’Italia in zona rossa. Speranza dovrebbe firmare le ordinanze dopo l’entrata in vigore del nuovo decreto legge e le misure scatteranno da lunedì: in zona rossa si andrà dunque con un Rt superiore a 1,25 nel valore inferiore o con un’incidenza di 250 casi ogni 100mila abitanti.

Ecco chi andrà in rosso​

Questo significa che a Basilicata, Campania e Molise, già rosse da una settimana, si aggiungeranno quasi sicuramente Piemonte (Rt a 1,41), Lombardia (Rt a 1,3), Emilia Romagna (incidenza oltre 400) , Friuli Venezia Giulia (Rt a 1,3) e Marche (incidenza sopra 250) e, con ogni probabilità, Lazio e Veneto, che hanno un Rt sopra 1,25 e uno scenario in netto peggioramento, Calabria, province di Trento e Bolzano, che hanno un’incidenza sopra i 300 casi.

E chi dovrebbe restare in arancione​

Con dati al limite ci sarebbero invece Abruzzo e Toscana, che dovrebbero però rimanere in arancione assieme ad Umbria, Liguria, Puglia e Valle d’Aosta. In queste sei regioni rimarranno aperti gli esercizi commerciali mentre si potrà prendere il caffè al bar e mangiare a pranzo al ristorante solo in Sicilia e in Sardegna: la prima è l’unica regione che rimarrà in zona gialla mentre la Sardegna per la seconda settimana consecutiva sarà in zona bianca, quella in cui sono previste la possibilità di aprire tutte le attività.

Le misure locali​

Alle misure nazionali si affiancheranno poi quelle locali e saranno i presidenti di regione a dover adottare – come già fatto per la chiusura delle scuole – le ordinanze quando province o comuni superano la soglia di 250 casi ogni 100mila abitanti. In molti hanno comunque anticipato le indicazioni del governo. Dopo aver disposto il coprifuoco alle 19, prima grande città in Italia, il sindaco di Bari Antonio Decaro ha chiuso anche giardini e parchi pubblici, la stessa misura adottata da Vincenzo De Luca per tutta la Campania. E con l’Italia che tornerà per buona parte in zona rossa, aumenteranno anche i controlli.

Fino ad oggi le forze di polizia si sono concentrare ad evitare gli assembramenti nelle zone della movida e sulle grandi arterie stradali, non potendo certo controllare migliaia di cittadini che coerentemente con la normativa in vigore si spostavano all’interno di città e comuni, ma da lunedì potranno effettuare verifiche più mirate visto che la mobilità sarà di fatto molto ridotta.

Di fatto un lockdown, esattamente come un anno fa.

Gli ultimi numeri (11 marzo)​

Sono 25.673 i nuovi contagi da covid in Italia, per 372.217 test tra molecolari e antigenici e 373 decessi. Il tasso di positività sale al 6,9% dal 6,2% di 24 ore fa. Ieri i casi erano 22.409 per 361.040 tamponi e 332 morti.

Sono 266 gli ingressi in terapia intensiva per il Covid-19 nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Il saldo tra ingressi e uscite è di 32 pazienti in più. In totale in rianimazione ci sono ora 2.859 persone. Nei reparti ordinari (pneumatologia e malattie infettive) sono invece aumentati i pazienti di 365 unità rispetto a ieri, portando il totale a 23.247.

In totale i casi da inizio epidemia sono 3.149.017, i morti 101.184. Gli attualmente positivi sono 497.350 (+10.276 rispetto a ieri), i dimessi e i guariti 2.550.483 (+15.000), in isolamento domiciliare ci sono 471.244 persone (+9.879).

L’aumento dei positivi di fatto interessa tutta l’Italia, con numeri diversi a seconda delle regioni e dei singoli territori.

Dalle regioni segnali negativi​

Continuano a crescere i positivi in Lombardia: con il record di 62.222 tamponi, sono infatti 5.849 i nuovi casi con il tasso di positività al 9,4%, in crescita rispetto a ieri (7.9%). Aumentano i ricoveri sia in terapia intensiva (+28, 645) che negli altri reparti (+134, 5.718). I decessi sono 81 per un totale di 29.004 morti dall’inizio della pandemia. La città metropolitana di Milano è la provincia più colpita con 1.394 casi di cui 563 a Milano città, seguita da Brescia (1.124), Varese (602), Monza e Brianza (570), Pavia (439), Como (396), Bergamo (338), Mantova (258), Cremona (228), Lecco (208), Sondrio (107) e Lodi (87).

Nuovo balzo dei contagi in Abruzzo: sono 608 i nuovi casi accertati nelle ultime ore. È il secondo dato più alto registrato nella terza ondata. Il 70% del totale regionale dei nuovi casi riguarda le province di Pescara
e Chieti, dove gran parte del territorio e, in particolare, l’area metropolitana è in zona rossa ormai da quasi un mese. Nonostante le maggiori restrizioni la circolazione del virus non sembra rallentare. In quella zona la variante inglese è responsabile del 70% dei contagi. I nuovi positivi hanno età compresa tra 4 mesi e 97 anni. Quelli con meno di 19 anni sono 116

Continua la crescita dei positivi in Calabria. Oggi sono 414, con una crescita anche del numero di tamponi fatti, 3.249 contro 2.872 di ieri. Le vittime salgono a 714 (+2). In aumento di 7 unità i ricoveri in area medica (243), mentre calano di tre quelli in terapia intensiva (30). Gli isolati a domicilio sono 6.815 (+316) mentre i guariti 32.503 (+210). Crescono anche i casi attivi, passati dai 6.768 di ieri ai 7.088 di oggi.

Sale per l’ottavo giorno consecutivo nelle Marche il numero di ricoveri per Covid-19: ora sono 769 (+9 in 24ore) soprattutto per l’aumento di degenti in Semintensiva (203, +15). Invariato il numero di pazienti in
Terapia intensiva (107) mentre calano i ricoveri in reparti non intensivi (459, -6). Nell’ultima giornata, riferisce il Servizio Sanità della Regione, i dimessi sono stati 54. Invariato il numero di ospiti in strutture territoriali (210), in calo quello degli assistiti nei pronto soccorso (107, -12) con il picco agli Ospedali Riuniti di Ancona (19). Intanto i positivi in isolamento domiciliare superano i 10mila (10.073, +188) e anche le quarantene per contatto con contagiati (22.176, +734).

Dati da zona rossa per Prato, in Toscana, da lunedì chiuse anche le scuole. Così in una nota del Comune in cui si spiega che con i 136 casi positivi di oggi Prato “supera abbondantemente la quota dei 250 casi ogni 100mila abitanti e, ancora prima dell’ufficialità di domani, è certo che da lunedì la provincia pratese sarà zona rossa.

Più contagi anche in Sardegna, 128 nelle ultime 24 ore, ma con 6.823 tamponi fatti. Ma il tasso di positività scende all’1,8% dal 2,6% di ieri. È quanto emerge dall’ultimo aggiornamento dell’Unità di crisi
regionale che conta ad oggi 42.152 casi di positività al Covid-19 complessivamente accertati nell’Isola dall’inizio dell’emergenza. Non si registrano nuovi decessi (1.189 in tutto). Sono invece 174 i pazienti ricoverati in ospedale in reparti non intensivi (+3), mentre sono 23 (-2) i pazienti in terapia intensiva.

Un decesso per Covid in Trentino (1.298 in totale) e 370 nuovi contagi. Negli ospedali i pazienti Covid sono 247 e fra loro 49 si trovano in rianimazione (come ieri). Ieri le dimissioni (24) sono state leggermente
superiori ai ricoveri (23). Il bollettino dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari informa di 163 i nuovi casi positivi riscontrati al molecolare ai quali si aggiungono altri 207 positivi all’antigenico. I molecolari hanno inoltre confermato 91 positività intercettate nei giorni scorsi dai test rapidi. Analizzando i dati secondo le classi di età, emerge che anche oggi ci sono ben 79 nuovi casi di bambini e ragazzi in età scolare (6 hanno tra 0-2 anni, 9 tra 3-5 anni, 23 tra 6-10 anni, 19 tra 11-13 anni, 22 tra 14-19 anni, mentre i contagi fra gli ultra settantenni sono 43. Ieri le classi in quarantena erano 117.

da avvenire.it