Leggere promuove benessere

La lettura dei libri è un indice di disuguaglianza sociale

La cultura è come una calamita che attrae ulteriore cultura. Così, generalmente, le persone che hanno un ricco bagaglio di conoscenze con facilità lo ampliano, mentre quelle con un bagaglio striminzito finiscono per ridurlo ancora di più. La tendenza, già grave di suo, diventa tragica in una società tecnologicamente avanzata, dove i saperi sono una risorsa strategica per i cittadini.

Il divario culturale formato si incrementa e diventa sempre più arduo lo svantaggio da colmare. Così anche i dati sulla lettura di libri in Italia, pubblicati dall’Istat, possono raccontare alcune caratteristiche di una disuguaglianza sociale. Ne traiamo tre indicazioni significative.

Innanzitutto si conferma che leggono di più quelli con un titolo di studio più elevato; si passa dal 77,1% dei laureati al 27% delle persone con la licenza elementare. Quando si considera la condizione lavorativa si verifica che i livelli di lettura sono alti fra i professionisti, i dirigenti (61,1%) e fra gli impiegati e i quadri (65,3%), mentre si dimezzano, quando consideriamo gli operai (30%), le casalinghe (32%), i pensionati (33,8%).

Dai dati si evince, infine, il fenomeno della trasmissione culturale “ereditaria”: infatti tra i minori propendono a leggere maggiormente i figli di genitori entrambi lettori, in confronto ai figli dei genitori non lettori: si ritrova con un libro sotto gli occhi il 75% dei primi contro il 35,4% dei secondi.

Così lo svantaggio che si produce all’interno di una generazione, aumenta nella generazione successiva.

Ma perché leggere promuove benessere?

Ci sono due aspetti che possono essere considerati: in primo luogo saper immaginare, pensare e ragionare sono considerate alcune delle capacità centrali per sviluppare una dignità umana, libera da condizionamenti di parte e in grado di comprendere i fattori che influenzano le proprie decisioni. Queste attitudini si arricchiscono attraverso un’informazione attenta e con una continua cura della propria istruzione: entrambe sono facilmente deperibili in una società della conoscenza. In secondo luogo leggere rientra tra le attività che sviluppano il senso critico e ha una funzione abilitante per sostenere e promuovere la capacità delle persone di progettare la propria vita, mettendole in grado di scegliere tra le diverse opzioni che si prospettano invece di essere succubi degli eventi.