Legalità: il Comune di Rieti si faccia garante di un nuovo patto sociale

Pubblichiamo una nota congiunta dei consiglieri del PD e di Alleanza per Rieti Bernardino De Marco, Vincenzo Di Fazio, Emanuele Donati, Fabrizio Marchili, Alessandro Fiorenza, Sergio Quattrini, Anna Maria Grazia Massimi, Ilaria Barbante, Giacomo Appolloni.

In un contesto di recessione, di crisi economica, di fragilità generale del sistema produttivo, c’è il rischio che le azioni illegali si diffondano in maniera esponenziale con tutto ciò che ne consegue in termini di usura, riciclaggio, racket, pizzo e criminalità organizzata.

Promuovere e difendere la legalità e la sicurezza sono fra gli obiettivi prioritari che le istituzioni si devono porre per tutelare gli anelli deboli della società e del settore produttivo locale, anche al fine di garantire percorsi e regole ben definiti.

Sappiamo che senza legalità non può esserci uguaglianza e diventa impossibile costituire una società più giusta.

Per queste motivazioni il nostro territorio, la nostra città, non devono considerarsi immuni da infiltrazioni criminali, che potrebbero diffondersi nei diversi settori dell’apparato produttivo.

Nell’edilizia, nel commercio, nell’artigianato, sono sempre più le attività che rischiano di dover fare i conti con la malavita organizzata.

Ritenendo che la legalità è uno degli elementi primari per la competitività ed il rilancio del sistema economico e produttivo, è necessario porre come condizione che il Comune di Rieti si faccia garante di un nuovo patto sociale a difesa dei cittadini e delle aziende.

L’azione dell’Amministrazione deve essere incisiva, tesa ad ottenere risultati concreti per contribuire a prevenire e limitare i fenomeni di corruzione, penetrazione criminale, evasione fiscale, contraffazione, sicurezza nel territorio, nelle strade e nei quartieri.

Al riguardo è imprescindibile promuovere una diretta collaborazione tra Amministrazione Comunale, Forze dell’Ordine, parti sociali e cittadini nelle loro diverse articolazioni ed espressioni, al fine di contribuire alla diffusione della cultura della legalità anche nelle scuole.

Per le ragioni di cui sopra, ci impegniamo a costituire e a regolamentare quanto prima l’Osservatorio Permanente per la Legalità, inteso come organismo permanente, con funzioni consultive e propositive, di studio, ricerca, documentazione, monitoraggio, supporto e collaborazione per le attività dell’Ente a sostegno della legalità e per la valutazione e prevenzione dei fenomeni di illegalità presenti sul territorio.

Nella nostra idea l’Osservatorio sarà composto dal Prefetto, dal Sindaco del Comune di Rieti, dal Presidente della Provincia, da un rappresentante per ciascuna delle Forze dell’Ordine, da un rappresentante per ciascuna delle Associazioni antimafia e antiracket e/o antiusura effettivamente operanti sul territorio, da un rappresentante per ciascuna delle Associazioni sindacali confederati CGIL, CISL, UIL e UGL operanti sul territorio, da un rappresentante per ciascuna delle Associazioni di categoria del commercio, industria e artigianato operanti sul territorio.

One thought on “Legalità: il Comune di Rieti si faccia garante di un nuovo patto sociale”

  1. carmen silipo

    Mi sembra che il problema sia affrontato in maniera del tutto parziale.
    Si vuol risolvere una questione molto concreta – il dilagante disagio economico, come terreno di cultura di attività economiche illegali – senza dotarsi degli strumenti necessari.
    Un approccio di esclusiva promozione della legalità e contrasto della criminalità, produce gli effetti limitati che il contesto consente.
    A meno di non voler considerare che esistano fattori antropologici che predispongono alcuni territori alla criminalità, è evidente che è la desertificazione economica a crearne i presupposti.
    La cultura della legalità, in tali contesti, ha la stessa forza – anzi di meno – degli appelli alla solidarietà in situazioni di “guerra fra poveri”, quale sempre di più si sta definendo la nostra realtà (basti pensare alla vicenda dei rifugiati).

    Al tavolo non basta che siedano i sindacati e la Prefettura.
    Questo tavolo deve essere molto più ampio. Si deve comprendere che la vivibilità di Rieti dipende fortemente dalla capacità di mobilitazione delle risorse per un rilancio produttivo e, quindi, sociale.
    Il tema è quello delle risorse.
    Bisogna mettere insieme le Casse di credito cooperativo e la Fondazione Varrone per creare una Fondazione di Comunità che, possa erogare crediti per lo sviluppo dell’economia locale.
    Bisogna mettere insieme soggettività diverse per sviluppare idee di sviluppo che incrocino economia e inclusione.
    C’è un grande dibattito sul ruolo che può giocare l’economia sociale in questa situazione di crisi, su come l’impresa sociale possa essere modello in un’economia a basso tasso di crescita, un’economia che non ridistribuisce utili con doppie cifre agli investitori, ma mette al lavoro le risorse locali – umane soprattutto – e contribuisce alla tenuta strutturale del tessuto sociale.
    A questo si lega l’ampia discussione sul ruolo della finanza come strumento, “cerniera” di distribuzione, del capitale monetario nei settori in cui è più “utile”. Anche qui, una finanza che non si pone solo obiettivi di massima remunerazione comparata, ma anche di creazione di impatto sociale.

    Io credo che siano questi i temi su cui deve impegnarsi l’amministrazione in via assolutamente prioritaria.

    Poi, ben vengano i tavoli per promuovere la legalità. Ma, un conto è parlare di codici morali in via del tutto astratta, lasciando poi ad ognuno il problema di risolversi la sopravvivenza quotidiana, altro è essere anche capaci di proporre modelli alternativi.
    Almeno, provarci.

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