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Le prime ore della guerra in Ucraina

Da nord a sud, non solo attraverso il Donbass: l'invasione russa procede su più fronti e secondo le agenzie internazionali sono già decine le vittime tra i militari e i civili

Bombardamenti e truppe, non solo sul fronte orientale del Donbass. Anche a nord e a sud l’Ucraina è sotto attacco dalle prime ore di giovedì 24 febbraio, il giorno che passerà alla storia come quello dell’invasione russa dell’Ucraina. Un attacco con missili e truppe di terra, con l’esercito russo già oltre i confini russi e bielorussi. Il bilancio attuale conta almeno 40 soldati uccisi e decine di civili fra le vittime, stando a quanto riportano le principali agenzie internazionali. Secondo le autorità locali, un missile russo ha ucciso almeno diciotto persone a Odessa, la strategica città che si affaccia sul Mar Nero, altre sei vittime sono denunciate dal sindaco di Brovary, alle porte di Kiev. Diverse agenzie parlano di carri armati già entrati a Kharkiv e di truppe russe già entrate nei quartieri periferici della capitale.

I diversi fronti

Sono i primi passi di una vera e propria invasione, che durerà “per il tempo necessario”, ha annunciato il Cremlino, sottolineando che ogni eventuale interferenza straniera avrà conseguenze senza precedenti. Un’operazione militare nel Donbass, quella annunciata da Putin, che presenta diversi fronti di scontro tra le parti. Uno dei più caldi è quello a nord di Kiev tra le truppe russe e le forze di difesa ucraine. Continuano a circolare video e testimonianze della battaglia aerea che in questo momento si sta svolgendo alla periferia di Kiev, a poche decine di chilometri dal centro della capitale ucraina. Nelle ore precedenti l’attacco, decine di migliaia di riservisti di età compresa tra i 18 e i 60 anni sono stati chiamati in causa dalla presidenza ucraina. Tra i tanti video postati in rete, quello che mostra soldati innalzare la bandiera della Russia sul tetto di una centrale idroelettrica a Kakhovka, una città nel sud dell’Ucraina, ben lontana dalle regioni del Donbass. L’esercito ucraino invece ha fatto sapere che stanno continuando i combattimenti intorno a Kharkiv, nei pressi del confine con la Russia, e che le proprie forze hanno riottenuto il controllo della città portuale di Mariupol dopo un’offensiva dell’esercito russo.

La popolazione civile

Non poteva che esplodere il panico nelle numerose città sotto l’attacco dell’esercito russo. A Kiev, dove sono state avvertite numerose esplosioni nei pressi dell’aeroporto, la popolazione si è rifugiata nelle stazioni della metropolitana, mentre lunghe code si sono formate ai benzinai, con file di veicoli fermi nel tentativo di fuggire. I social media sono uno degli strumenti principali per raccontare le testimonianze della popolazione civile. Migliaia i messaggi che parlano di bombardamenti, bagliori, esplosioni. Anche nella capitale ucraina e alle sue porte. File chilometriche si registrano anche fuori da banche e farmacie, oltre che per il rifornimento di carburante. Ad essere presi d’assalto, come testimoniano diverse immagini, i negozi di beni di prima necessità, compresi i grandi supermercati.

Le reazioni dal mondo

Tra i primi a intervenire alla notizia dell’invasione russa è stato il segretario generale dell’Onu Guterres. Con un appello al presidente russo Putin: “A nome dell’umanità, ritiri le truppe in Russia, non permettiamo che scoppi la peggiore guerra dall’inizio del secolo”. Per la Nato il segretario generale Stoltemberg: “Le azioni della Russia pongono una seria minaccia alla sicurezza euro-atlantica e avranno conseguenze geo-strategiche – avverte anche attraverso il Consiglio dell’Alleanza Atlantica – Le nostre misure resteranno preventive e proporzionate, non ci sono truppe Nato in Ucraina e non abbiamo né piani né intenzioni di dispiegarle”. Per l’Unione Europea hanno parlato la presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen, e l’alto rappresentante per gli Esteri, Joseph Borrell, che chiedono la fine dell’aggressione russa ed esortano i Paesi europei a fornire soccorsi ai civili in fuga dall’Ucraina. Tutte le organizzazioni internazionali convocano in queste ore riunioni d’urgenza, dal G7 alla stessa Unione Europea. In Italia il presidente, Sergio Mattarella, ha convocato per domani il Consiglio Supremo di Difesa e stamani, in adesione alla linea europea, su cui si sono espressi il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, il presidente francese, Emmanuel Macron, e il premier britannico, Boris Johnson, il presidente del Consiglio, Mario  Draghi, ha annunciato un pacchetto di sanzioni molto dure contro Mosca, il potenziamento delle forze Nato ai confini nell’est europeo e la richiesta di mettere fine dello spargimento di sangue.

Il messaggio del presidente della Duma

Fa discutere, in queste ore, quanto scritto da Vyacheslav Volodin, presidente della Duma, il parlamento russo, che ha pubblicato un messaggio su Telegram rivolto agli ucraini. “Vi consideriamo nostri fratelli. Le azioni del nostro paese hanno il solo obiettivo di proteggere la pace. Vi chiediamo di non partecipare alla mobilizzazione proposta dalle autorità di Kiev. Loro – si legge – non sono indipendenti: ricevono ordini da Washington e Bruxelles. Le nostre operazioni non rappresentano alcun pericolo per i civili. Siamo un solo popolo”. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelens’kyj, ha annunciato che ci sono armi a disposizione per chiunque voglia difendere il popolo ucraino dalla guerra voluta dai russi. Il capo dello Stato ha chiesto che venga donato più sangue possibile per i tanti soldati feriti in queste prime ore di conflitto, quindi l’accorato appello alla comunità internazionale: “La Russia ha attaccato a tradimento il nostro Stato al mattino, come ha fatto la Germania nazista negli anni della Seconda Guerra Mondiale. Ad oggi, i nostri Paesi si trovano su lati diversi della storia mondiale. La Russia ha intrapreso una strada del male, ma l’Ucraina si sta difendendo e non rinuncerà alla sua libertà, qualunque cosa pensi Mosca”.

da Vatican News