Le Gmg in sintesi: 1995, quinta internazionale a Manila

Data: 10 – 15 gennaio 1995

Pontefice: Giovanni Paolo II

Tema: Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi. (Gv 20,21)

Logo: L’immagine utilizzata è quella di una barca a vela, il cui albero termina con una croce. Nella barca, di colore azzurro, si distingue bene la prua, mentre la poppa svanisce nel bianco, colore dello sfondo. Seguendo la linea che disegna la barca, proprio nella parte che dovrebbe rappresentare la poppa, sembra esserci una rete gettata in mare accanto alla quale si trovano, stilizzate, quattro figure umane. Di queste ben si intravede la testa mentre il resto del corpo è rappresentato solo dal mezzobusto e un braccio teso verso destra. Le figure così presentate richiamano le onde sulle quali la barca sta navigando. All’albero della nave è unita una vela di forma triangolare, i cui lati sono addolciti da curve appena accennate, il colore varia dal giallo, posto all’angolo destro basso, fino al rosso inteso vicino all’albero stesso e per tutta la sua lunghezza. La vela segnata da due tratti bianchi, uno più piccolo in alto, l’altra più grande a circa metà della sua lunghezza. I tratti iniziano all’esterno della vela (più spessi) e si insinuano all’interno (meno spessi) ma non raggiungono l’albero della vela stesa. La croce è bicolore, azzurra e gialla. A destra dell’albero, all’opposto della vela, vi è la scritta “WORLD YOUTH DAY 1995” (Giornata Mondiale della Gioventù 1995), e ciascuna parola è scritta su una riga diversa, dall’alto verso il basso, appena sotto la croce.

Inno: ANNUNCIA LA MONDO IL SUO AMORE

Messaggio in pillola: Nessuna, delle GMG precedenti a quella del 1995, aveva mai avuto tanti partecipanti, circa 5 milioni di persone, un record ancora oggi imbattuto e inserito nel Guinness dei primati. Vi furono persino le rappresentanze di tutte le comunità cattoliche cinesi e al termine della Celebrazione Eucaristica a “Luneta Park”, il Papa salutò in mandarino. Il Pontefice ricordò ai giovani che “(…) con Gesù, si rivela questa nuova visione antropologica: l’uomo è veramente l’essere più perfetto tra tutti gli esseri creati da Dio, ma questo essere così perfetto non realizza sé stesso se non attraverso il dono sincero di sé.”. Il dato teologico che il Pontefice sottolineò è l’idea che l’uomo raggiunge la perfezione tramite il dono di sé agli altri. Nel mandato che Gesù esprime verso i suoi discepoli, e quindi verso i giovani, è implicitamente racchiusa la dimensione della donazione. Nel rispondere al mandato non c’è soltanto una mera richiesta o un’opportunità, perché, tanto la risposta alla chiamata, quanto la donazione di sé, il servire, sono due facce della stessa medaglia, la perfezione di sé. (…). E’ come la luce del sole, che per sua natura squarcia le tenebre; è come l’acqua di limpida sorgente, che sgorga inarrestabile dal cuore della roccia. Ai giovani la Chiesa affida il compito di gridare al mondo la gioia che scaturisce dall’aver incontrato Cristo”. Nelle parole che il Papa rivolse ai giovani, continuamente ricordò loro di divenire “ardenti comunicatori della Parola che salva”, di lasciarsi “sedurre” da Cristo, di essere costruttori di Pace le cui radici “(…) stanno dentro il cuore di ciascuno, se sa aprirsi all’augurio del Redentore risorto”.