Lavoro, Polidori (Flai Cgi): che fine ha fatto la «Primavera Reatina»

Nella vicenda del Consorzio della Bonifica c’è la vergogna della comunità reatina. Nella vicenda della ex ARS, nell’epilogo della Coop 76, e delle colline di Sala, in quella della Valle Santa, in quella della gestione delle risorse idriche, in tutto questo c’è la vergogna, ed il fallimento della comunità reatina.

Il filo di arianna è il lavoro, come viene considerato, come vengono considerati i lavoratori, come in fondo all’anima riemerga sempre una ideologia fascista.

Ai dipendenti del consorzio della Bonifica sono mesi che viene chiesto di lavorare gratis, adesso agli operai stagionali verrà rinnovato un contratto di lavoro che non può essere pagato, vengono assunti con la promessa di un pagherò; la ARS SpA dopo gli anni dei finanziamenti agevolati, licenzia gli ultimi dipendenti, e passa a mettere a frutto gli ultimi cespiti immobiliari, trasformandosi in immobiliare.

Nella Coop 76 fagocitata dai “nepoti”, le colline di Sala cedono il passo a quella Vallesanta che assume i dipendenti del call-center con il contratto dell’agricoltura, a termine, così non solo non possono protestare, ma possono anche addirittura prendere la “disoccupazione agricola”, e intanto ingrassano i ristoranti romani, che con l’acqua del peschiera-capore si rinfrescano e si sciacquano la bocca, come al tempo che fu, e intanto vanno all’EXPO di Milano a rappresentare i Reatini

E la primavera Reatina promessa dal Sindaco Petrangeli? Dove è? C’è qualcuno che se la ricorda?

Alla Inalca i lavoratori si “somministrano” come fossero medicine, alla Schneider nel frattempo si fatica a mettere insieme 100 operai, e via notando.

Forse a Rieti il partito dei geometri è arrivato al capolinea, oppure no, forse continuerà a tessere i rapporti che si dividono le spoglie di una comunità, anzi il rischio è che rafforzino la saldatura con gli avvocati, i notai, i banchieri, le fondazioni, non con i latifondisti, che non sanno neanche loro che cosa fare, oltre che prendersela con il Consorzio di cui sono i proprietari.

Viva “Risorse Sabine”; redistribuite almeno le briciole di quello che avete intascato, ma per favore non fate retorica, o peggio, sul lavoro; è proprio su come una comunità tratta il lavoro che si costruisce il discrimine, quel discrimine che passa tra la vergogna e la dignità, tra la cittadinanza e la servitù, tra la speranza e la perdita del futuro.

Primavera di Rieti: si avvicina l’inverno!