La voce del 30%

Virginia Baglione

Abbiamo intervistato Virginia Baglione, portavoce del Movimento 5 Stelle a Rieti.

Virginia, come portavoce del Movimento 5 Stelle rappresenti circa il 30% dell’elettorato attivo a Rieti. Per quanto ne sappiamo siamo i primi ad intervistarti. È un fatto strano. C’è un problema da parte dei media?

Mah, credo che il problema della comunicazione sia uno dei cardini della poca evoluzione di Rieti.

Perché ti sei avvicinata al Movimento?

Perché da tanti anni assisto a dei soprusi, a dei diritti mancati. Speravo che con il tempo queste cose si sarebbero attenuate, ma mi sono resa conto che non è così. Ormai è un costume abituale quello di calpestare i diritti delle persone. Spesso, anche di fronte a richieste legittime, c’è chi non si fa scrupolo nel trattarle come fossero feccia. È una cosa che non sopporto. Io mi sono ritagliata un mio spazio e posso fare fronte alla situazione. Ma i giovani non hanno la possibilità di ricavarsi i loro. Pur essendo persone corrette, oneste, risolute, affabili, vengono sempre trattate come merci di scambio o come occasioni di sfruttamento. C’è troppo attaccamento al successo e alla materialità da parte di pochi rispetto ad una folla veramente bistrattata.

Che impressione hai avuto nella tornata elettorale tra la gente? Tu non vieni da una esperienza politica. Questa per te è la prima reale possibilità di dire la tua…

Dire la mia è un problema marginale. Quello che ho percepito in questo periodo elettorale? Non avevo idea che il malcontento che era in me fosse così radicato e condiviso anche fra gli altri. Ho avuto modo di percepire in prima persona, stando in mezzo alla gente con i banchetti elettorali, che il malcontento è molto meno marginale di quanto non emerga dai media. Ovunque siamo arrivati, l’accoglienza era calorosa, ci facevano sentire quasi come dei “salvatori”, quasi fossimo l’unica via di fuga da questa situazione asfissiante.

In tanti guardano al 5 Stelle come possibilità di salvezza per il Paese.  È una bella responsabilità. Rappresenti pur sempre il 30% degli elettori. Come vivi questa cosa?

Ne sento la responsabilità. Penso a come affrontare le cose, a come risolvere i problemi che si pongono davanti al movimento. Ciò che mi tiene tranquilla è la consapevolezza che per carattere affronto le cose con una certa devozione, con una certa onestà. Comunque vadano le cose so che cercherò di fare tutto il possibile.

Allora parliamo delle soluzioni. Stiamo vivendo un momento in cui, dai ragazzi agli esodati, il problema è il lavoro. Ogni mese le statistiche ci raccontano le difficoltà. Quali sono i rimedi?

Il problema dovrebbe essere risolto a livello nazionale. Per quel che riguarda Rieti la piaga si avverte in forma maggiore. La città è piccola e le centinaia di persone che perdono il lavoro rendono la situazione molto complicata. Risollevarsi non sarà facile. Credo che possiamo valorizzare quel che abbiamo e cercare di aiutare le piccole e medie imprese a rimanere a galla. Spesso le aziende chiudono per difficoltà nelle riscossioni – anche verso la pubblica amministrazione – e nell’accesso al credito. Bisognerebbe intervenire per aiutare le imprese a superare il momento critico. Detto questo bisognerebbe anche incentivare le  scuole a dare una preparazione più tecnica e pratica agli studenti, indirizzandoli alla produzione diretta anche attraverso accordi con le imprese. E poi bisogna fare vere agevolazioni. Finora abbiamo visto solo escamotage che servono a pagare meno tasse, ma che di fatto non garantiscono nulla ai giovani lavoratori.

Nel programma dei 5 Stelle è interessante il discorso del reddito di cittadinanza. Ma non ci si nasconde l’idea che i giovani non hanno idee?

No, i giovani hanno idee, ma sono bloccati dai troppi cavilli burocratici, dalle troppe regole e dai costi.  Alla fine le imprese non riescono ad aprire o non decollano. Oppure sono costrette a chiudere.

Oggi l’unico settore in crescita è l’agricoltura. Eppure il discorso era stato dimenticato per molto tempo. Rispetto alle idee imprenditoriali, ci sono altri percorsi di recupero possibili?

Dovremmo recuperare tutto quello che concerne l’artigianato. Recuperare anche mestieri come il falegname, il calzolaio, gli idraulici. Tutto sta a trovare chi poi paga. Se c’è la buona volontà i ragazzi vanno e riescono ad imparare. Purtroppo ci siamo impoveriti un po’ tutti, le imprese piccole spariscono e diventa difficile fare il praticantato e imparare le professioni.

Se tu fossi il sindaco di Rieti cosa faresti per migliorare questa città?

Nel Movimento siamo portavoce. Dobbiamo portare nelle istituzioni le istanze dei cittadini. Quindi prima di tutto farei un sondaggio per capire quali sono le priorità dal punto di vista della collettività. Chiederei a tutti i cittadini di intervenire con le loro proposte. Chi vive direttamente i problemi spesso sa anche quale può essere la soluzione ideale. Poi, chiaramente, in base alle risorse economiche, alle possibilità reali di intervento e alle necessità inderogabili della sanità, dell’istruzione e dell’assistenza alle persone, stilerei una specie di graduatoria. Quindi procederei con gli interventi richiesti.

Ma la prima cosa che faresti qual è? 

Per prima cosa cercherei di salvaguardare l’ospedale. Non lo vedo proprio messo bene. Poi cercherei di far “sentire a casa” tutte queste persone che invece sono state “mandate a casa”. Far sentire a casa vuol dire farli vivere in una città in cui possono stare in una maniera dignitosa. Cercherei in tutti modi di creare occupazione, magari cercando strade impensate e anche con l’aiuto di privati. Non dico cosa avrei in mente perché debbo ancora studiarla e vederla se fatta bene. E poi non spetta a me farlo. Io posso semmai proporlo ai nostri portavoce in Regione. Comunque vorrei che tutti potessero dire «io ho guadagnato questi due soldi» a fine mese. Non vorrei che ci fossero persone abbandonate. Ce ne sono troppe. Vorrei che tutti quanti venissero coccolati dal Comune, e non dimenticati.

La provincia di Rieti è la più piccola, la più povera, la più dimenticata della Regione. Oggi nel Consiglio regionale il M5S ha un ruolo importante. Dando per scontata la sanità pubblica, di quali istanze vi fare portatori per il territorio reatino? Cosa proporrete di diverso dalle altre forze? 

La priorità è aiutare le piccole e medie imprese. Rieti sta diventando il dormitorio delle altre città in cui i reatini vanno al lavorare. Oppure il dormitorio di chi non ha null’altro da fare. Poi vorrei che ci fosse una Università vera, non le poche facoltà di oggi. Aiuterebbe anche chi non si può permettere di affrontare le spese per studiare fuori. Vorrei che fossero meglio tutelate le cose buone che abbiamo: l’aria e l’acqua; vorrei che l’ambiente fosse rispettato.

Hai toccato alcuni punti fondamentali: acqua pubblica, sanità pubblica, ambiente pulito, istruzione e lavoro. Bisogna vedere se ci sono le risorse, le donne e gli uomini che faranno queste cose…

Se ci sono le risorse sì. Se ci sarà la possibilità sono le cose che abbiamo all’ordine del giorno.

Non avete detto le vie di comunicazione… 

Ci stavo arrivando. La viabilità è un altro dei nostri problemi, insieme ai disagi dei pendolari.

Che ne dite di proporre un servizio territoriale che sostituisca Cotral. Magari mettendo insieme imprenditori, enti e aziende come ASM. Risolverebbe il problema?

A livello personale posso dirti che è una buona idea. A livello regionale ancora non abbiamo studiato questo tema. Per questi servizi io sono sempre per le aziende pubbliche, credo diano maggiori garanzie. L’unico problema è che ci devono essere i fondi per la manutenzione o per aumentare il numero delle corse.