La storia “ricamata ad arte”

Il caso della Tappezzeria della Regina Matilde a cui si ispira pure Joe Sacco

Una recente pubblicazione del giornalista-fumettista Joe Sacco intitolata “La Grande Guerra”, riassume le terribili vicende del primo conflitto bellico mediante una particolare ed originale prospettiva narrativa: attraverso un’illustrazione in bianco e nero di 7 metri stampata su carta di qualità e ripiegata a soffietto, vengono rappresentati tutti gli episodi e le vicende della Battaglia delle Somma, combattuta il 1 luglio 1916 e divenuta simbolo della follia della Prima Guerra mondiale. Joe Sacco nel presentare la sua “opera panoramica muta” spiega di essersi ispirato al famoso Arazzo di Bayeux del XII secolo.

L’arazzo citato da Sacco è il famoso tessuto ricamato conservato presso il Centre Guillaume le Conquerant di Bayeux, eseguito in Normandia nel 1066 e conosciuto con il nome di “Tappezzeria della Regina Matilde”. La tela figurata è un vero e proprio capolavoro dal duplice valore documentario, artistico e storico. Già nelle sue dimensioni palesa questo carattere di eccezionalità: ad un’altezza di mezzo metro corrisponde invece una lunghezza di settanta metri in cui si sviluppano ben cinquantotto scene ricamate. Sotto il profilo artistico, la Tappezzeria della Regina Matilde rappresenta una significativa testimonianza dell’evoluzione creativa dell’arte manifatturiera dell’XI secolo; mentre sotto il profilo storico il tessuto, al pari di un testo letterario, narra un importantissimo avvenimento: la conquista dell’Inghilterra da parte di Guglielmo in Conquistatore (o più esattamente del duca Guglielmo di Normandia, come viene indicato nelle “didascalie”) avvenuta il 14 ottobre 1066 con la famosa Battaglia di Hasting.

Nell’arte del ricamo si possono scorgere anche i vari influssi culturali presenti, attraverso un repertorio vastissimo che va dagli alberi a fitto intreccio, tipico dei manoscritti medievali irlandesi, alla sequenza dei bestiari orientaleggianti posti ai margini della tela, animali che sembrano addirittura evocare il mondo favolistico di Esopo o di Fedro; fino al realismo narrativo delle scene centrali. Il ricamatore, o i ricamatori, con abilità manuale eccezionale sovrappongono al fondo volutamente bianco della tela la corposa fisionomia dei personaggi, mediante un disegno semplice, lavorato a punto stelo in un colore quasi nero, mentre alle masse dei tipici battelli drakkar, dei cavalli e dei costumi viene riservato un particolare punto di ricamo denominato “punto di Bayeux”. I personaggi, inoltre, sono raffigurati in atteggiamenti vivaci, anche i panneggi sono resi con raffinata morbidezza; mentre un tocco di superba capacità artistica è visibile nella resa delle vele gonfiate dal vento e nella rappresentazione concitata delle battaglie. La naturalezza con cui i ricamatori utilizzano gli otto colori della lana, al pari della medesima maestria con cui il pittore maneggia la sua tavolozza, è un segno inequivocabile dell’elevata abilità manifatturiera medievale nell’Anno Mille.

Inoltre le cinquantotto scene che si sviluppano lungo tutta la tela, sono accompagnate da un testo estremamente conciso ma esaustivo. Sono narrati tutti gli avvenimenti che precedono e causano la guerra: dall’incontro tra il re Edoardo (san Edoardo il Confessore) con il duca Harold, all’ingresso di Guglielmo di Normandia nel castello di Beaurain fino alla battaglia finale di Hasting dove Harold viene colpito a morte e sconfitto dalle truppe di Guglielmo.

La Tappezzeria di Bayeux è una testimonianza originalissima di arte e civiltà ma è soprattutto un vero e proprio racconto storico “ricamato ad arte”.