Riserva Naturale Monti Navegna e Cervia

La rete delle ciclovie al servizio dei territori. Presentato il progetto della Riserva Naturale Monti Navegna e Cervia

Verso la realizzazione un progetto di rete, condiviso sfruttando la straordinaria vocazione ambientale e la meraviglia delle nostre terre

Il 27 settembre presso la sede distaccata della Regione Lazio a Rieti, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del progetto “La rete delle ciclovie della Riserva Naturale Monti Navegna e Cervia”. Unico nella provincia di Rieti e fra i primi classificati nella graduatoria regionale, il progetto rientra nel finanziamento complessivo di 16 milioni di euro stanziato dalla Regione Lazio per 500 km di nuove piste ciclabili.

Giuseppe Ricci, Presidente della Riserva Navegna e Cervia, nell’esprimere assoluta soddisfazione per il risultato raggiunto, ha voluto sottolineare l’importanza di un’idea nata dalla co-progettazione con tutti gli attori che a vario titolo rappresentano un territorio che va ben oltre i confini naturali della Riserva, coinvolgendo 2 regioni, 2 province, 24 comuni e 3 aree protette.

«Si tratta di un unicum naturale della provincia di Rieti. La presenza oggi di Stato e Regione sintetizzano al meglio il mio pensiero da quando sono diventato, meno di un anno fa, Presidente della Riserva: ragionare facendo squadra, pensare e lavorare insieme. Entro 120 giorni abbiamo l’obbligo, il dovere e sopratutto la volontà di completare l’opera. La nostra Area Protetta vuole essere smart e fruibile a tutti e questo lo si ottiene impegnandosi per realizzare opere concrete. Non solo ciclovia ma anche tutti i servizi a questa collegati: da un protocollo d’intesa con le Ferrovie dello Stato per il trasporto di biciclette sui nodi di interscambio, al bike sharing, alle colonnine di ricarica per le e-bike. Uno sviluppo sostenibile che, attraverso lo sviluppo sociale, consegna concretezza alle politiche ambientali».

A seguire Giovanni Piva, dottore agronomo della Riserva e primo ideatore di questo percorso ciclo-escursionistico innovativo, ha esposto nel dettaglio l’idea progettuale. Un’idea che affonda le proprie radici nel 2006, un percorso di studio e analisi del territorio ragionato ed individuato da chi da anni vive e lavora sul territorio. Partendo dai 91 km di sentieri realizzati e numerati secondo i criteri internazionali, passando per le reti d’area vasta, il Sentiero italia, il Sentiero E1
e il Cammino di San Benedetto. Negli anni hanno poi visto la luce i Cammini di fede di San Francesco, di San Pietro, di San Benedetto e il Cammino Naturale dei Parchi. Una rete fittissima di snodi e punti d’interesse che ha fatto da apripista all’idea, avveniristica, di creare una vera e propria “metropolitana ciclo-escursionistica”. Cinque linee per cinque diverse aree tematiche. Si parte dalla linea rossa, la “linea della cultura”: da Poggio Moiano a San Salvatore Maggiore e a Cittaducale, la linea collega le principali emergenze culturali del territorio per una lunghezza totale di 54 km. A seguire la linea blu, “linea dei paesaggi e del lavoro”, da Rieti a Rocca Sinibalda fino a Carsoli via Turania, attraversa paesaggi plasmati dal lavoro e dalla fatica dell’uomo, per una lunghezza di 68 km. La terza linea è quella verde, la “linea delle acque”: da Rieti a Rocca Sinibalda fino a Carsoli via Castel di Tora per arrivare a Collalto Sabino, attraversa paesaggi modellati dalle acque, laghi, forre e gole per una lunghezza di 39 km. La linea gialla è invece quella della “natura”, da Rieti e Cittaducale a Carsoli via San Salvatore Maggiore, Varco e Marcetelli, è la linea a maggiore valenza naturalistica, con una lunghezza totale di 60 km. Quinta e ultima la linea lilla, quella del “Cammino dei cerchiari, delle grotte e dei castagni” da Orvinio a Pescorocchiano e Borgorose via Collalto e Nespolo, è la linea che racconta la migrazione da Marcetelli a Monteflavio, il mondo della montagna e delle grotte, lungo una distanza di 63 km. Cinque percorsi, 284 km, un finanziamento di 870 mila euro, per realizzare un’opera che, oltre al forte impatto ambientalistico, rappresenta un itinerario fra i paesaggi, i borghi e le culture di un territorio ancora poco conosciuto dal turismo internazionale ma ricchissimo dal punto di vista paesaggistico, storico e artistico.

Come ha voluto sottolineare l’On. Fabio Melilli «si tratta di una progettualità che ha saputo vincere due sfide: da una parte, aldilà del finanziamento ottenuto, la grande capacità collaborativa fra tutti i soggetti interessati per un lavoro di sistema di rara coesione, scevro dalle “politiche di campanile”; dall’altra un biglietto da visita bellissimo ed entusiasmante per la grande voglia europea di “turismo lento”. Adesso è fondamentale continuare a guardare oltre il governo del territorio e pensare in grande, avvicinando i tour operator e gli addetti del settore turismo ad un’opportunità eccezionale di sviluppo di un turismo di nicchia sempre più in auge a livello europeo, proponendo qualità per ottenere eccellenza. Ci vuole grande professionalità e capacità di accoglienza, tutte doti che a questo territorio non mancano».

A concludere l’incontro è stato il Consigliere regionale Fabio Refrigeri: «quando a gennaio, per la prima volta, ho visto il progetto sono rimasto favorevolmente stupito da un’idea concettuale in grado di generare una mobilità straordinaria. Una capacità di raccontare tanti territori, letti attraverso le pagine di un libro comune: quello della cooperazione e della voglia di rilancio e sviluppo. Questo progetto non è, e non deve essere, un patrimonio della sola provincia di Rieti, ma un bene comune a tutti. Così come il macro progetto “Rieti Natura” anche questo deve saper essere un progetto di rete, condiviso sfruttando la straordinaria vocazione ambientale e la meraviglia delle nostre terre. Una qualità rara, non solo sul territorio regionale ma anche su quello nazionale, in termini economico-turistici, ambientali e sociali. Abbiamo una grande occasione e questo è il momento per sfruttarla».