La pena di morte / 2: il dolore e l’amore

Ricordiamo, per chi volesse approfondire i temi trattati in questa sezione, l’Informagiovani ha organizzato un evento, dal titolo “L’esecuzione non è la soluzione”, che si svolgerà presso la Sala Calasanzio (via S. Agnese 32) Martedì 31 marzo dalle ore 18:00.

Un’immagine che tutti abbiamo in mente parlando di pena capitale è quella della ghigliottina. L’infernale macchina serviva a garantire la minor sofferenza possibile al condannato, aumentando contestualmente la spettacolarità dell’evento. Una frazione di secondo e le grida della folla a sottolineare il buon esito dell’esecuzione.

Oggi si usano metodi diversi. Uno dei più utilizzati negli Stati Uniti è quello dell’iniezione letale. Questa tecnica da qualche anno è causa di un’aspra polemica, proprio riguardo ai tempi e le modalità in cui il mix di farmaci uccide il condannato. Al contrario della ghigliottina infatti, la procedura può infliggere un lungo periodo di atroci sofferenze. In un caso l’agonia è durata per ben 43 minuti.

La causa di questo grave problema sta nel sedativo, non abbastanza forte da contrastare i rilassanti di muscoli, cuore e respiro. Ciò è anche dovuto ad una sorta di “embargo” che le aziende farmaceutiche europee, contrarie a questo utilizzo, praticano verso gli Stati Uniti.

Al di là delle conseguenze legali e politiche, vorremmo evidenziare un aspetto. Il dolore provato dal condannato è difficile anche solo da immaginare, probabilmente una sensazione di totale soffocamento e costrizione. Ma a questo si aggiunge quello dei suoi familiari e amici, anzi rende la morte inaccettabile, crudele e insensata. E da questa sofferenza nascerà soltanto rancore.

Più in generale, il fatto che siano decisi e imposti il momento, il luogo e la modalità, toglie alla morte la privatezza che le è sempre appartenuta. Quell’intimità da cui nasce un sentimento unico per noi uomini, che spesso viene chiamato compassione e per chi lo vive è amore e dolore inseparabilmente uniti, “una corrispondenza d’amorosi sensi”.