La Parola spezzata ai giovani

Si è concluso nella cappella delle suore clarisse di casa in piazza Beata Colomba il ciclo di Lectio che accompagna i giovani della diocesi attraverso il tempo di Avvento. Quattro i testimoni chiamati a guidare le meditazioni: voci diverse che hanno portato il proprio vissuto e la propria esperienza ai presenti

Come da cinque anni, anche in questo Avvento la Pastorale giovanile ha organizzato una serie di quattro Lectio per meditare sui quattro angeli delle domeniche. Quest’anno si è scelto di affidare la riflessione a quattro voci diverse. Provenienti da diverse estrazioni cattoliche, ognuno dei quattro testimoni, ha portato il proprio vissuto nella meditazione condivisa con i giovani.

Suor Marilena: «la forza dell’acqua»

Ad aprire la prima Lectio è stata la voce di suor Marilena Perani, che ha incentrato la sua meditazione sulla dimensione distruttiva e rigenerativa dell’acqua, dal diluvio al Battesimo nel fiume Giordano, sino ai riti cattolici dell’iniziazione cristiana, aprendo uno spiraglio sulla genealogia dei padri ebrei. Argomenti dai quali si possono trarre considerevoli suggerimenti, uno tra tutti quello di saper orientare la propria vita ed il proprio agire all’attesa della nuova Parusia che non tarderà ad essere qui. Ad ispirare il discorso, la pericope tratta dal Vangelo di Matteo, capitolo 24, dal versetto 37 al versetto 44.

Claudio Foliti: «Sulle orme del Battista»

Di Claudio Foliti, invece, la seconda voce, sempre a Santa Lucia. Come rappresentante e membro della Pastorale familiare diocesana, ha fatto vertere la sua riflessione sul tema della preparazione dell’attesa. Muovendosi dalla figura emblematica e sui generis del Battista, egli ha ricalcato i tratti salienti del suo profondo ascetismo, ma anche del suo carattere di ultimo profeta, che grida la grandezza di Dio nel deserto, invitando i giovani a non avere un animo sterile, ma ad essere forieri di una speranza che grida Abba, Padre!

Don Luca Scolari: «Liberare la mente»

Don Luca Scolari, responsabile della Pastorale giovanile e familiare, si è fatto carico di accompagnare attraverso la terza pericope evangelica, tratta dall’undicesimo capitolo di Matteo. Questi riporta il dubbio dell’incarcerato Giovanni, concluso in una prigionia fisica e mentale, forte del suo ascetismo, e debole di speranza nella figura del Cristo: Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro? A queste parole, Gesù non si lascia trarre in inganno, è anzi proprio lui che provoca e incalza, rendendo pubblica la sua missione, giustificandola con le profezie dell’Antica Alleanza e dimostrandone la realtà con le opere. La riflessione è dunque fatta: ai giovani non è permesso vivere in un carcere mentale, qualsiasi esso sia e di qualsiasi fattezza, se vogliono cambiare il mondo, preparando le strade a Colui che è già venuto e che tornerà, e del quale ritorno siamo forti e certi.

Padre Marino Porcelli: «Una lanterna sempre accesa»

La chiusura del questo ciclo è stata affidata al guardiano di Fonte Colombo, padre Marino Porcelli, che ha magistralmente richiuso i quattro incontri evidenziando come nell’annunciazione a san Giuseppe questi resti muto, a differenza di molti altri soggetti indispensabili per la storia della Salvezza, perché uomo giusto – timorato di Dio – che si lascia cullare dall’abbraccio del Ruah, forza che promana dall’alto e spande ricchi doni, tra cui la generazione della vita. L’invito lasciato ai giovani non poteva, dunque, che essere Non temere, perché io sarò con te. Una sicurezza, un baluardo, una forza che dovrebbe spronare i giovani ad essere olio di una lanterna sempre accesa che vince il buio del peccato.