La minoranza: Sindaco, prima di dimetterti, impara a contare

Comune di Rieti

«Esprimiamo la nostra piena solidarietà a Marco Fuggetta, giornalista di grande professionalità e coraggio che ha correttamente riportato dei fatti suffragati da documentazione, talmente chiara, da risultarne impossibile una diversa interpretazione».

È quanto dichiarano il consigliere comunale della lista civica Rieti che Sviluppa Andrea Sebastiani, i consiglieri del Pdl Giuseppe Diana e Antonio Perelli e il consigliere Luigi Gerbino.

Se vero, come sembra ormai acclarato – proseguono i consiglieri di minoranza – il comportamento del Sindaco che, forte del suo ruolo, avrebbe telefonato all’editore di RLTV, dove il dott. Fuggetta lavora, minacciando di sporgere querela contro il giornalista, reo di lesa maestà, è di per sé già un fatto grave. Assumerebbe una connotazione ancora più grave, gravissima, di rilevanza penale, la richiesta di messa in discussione lavorativa del giornalista stesso che ha scatenato l’ira del primo cittadino come collaboratore del Corriere di Rieti, a nulla rilevando pertanto il suo ruolo all’interno della tv locale».

Secondo Sebastiani, Diana, Perelli e Gerbino, « di tutta evidenza, quindi, che la telefonata diretta al Sig. Pietropaoli (non smentita né dal Sindaco, né dallo stesso Pietropaoli se non anche confermata da più referenti), assumerebbe i contorni di una chiara volontà di far apparire sconveniente la presenza del probabile querelato all’interno degli studi televisivi dell’emittente locale».

«Questo – incalzano i quattro – già basterebbe per indurLa, caro Sindaco, a chiedere scusa, convocare il Consiglio e rassegnare le proprie dimissioni. Lei, che è volato fino a Parigi, insieme alla Diocesi di Rieti, per difendere i lavoratori della Schneider. Lei, paladino ed interprete della lotta a difesa del lavoro, depauperato da una crisi industriale senza precedenti, rappresentante politico di una cultura marxista che si autodefinisce garante del lavoro, in tutte le sue forme. Il suo comportamento, Sindaco, se confermato sarebbe semplicemente politicamente vergognoso! Non possiamo credere che abbia ragione l’Assessore Bigliocchi quando su facebook ha parlato di “pizzini”, riferendosi al carteggio incriminato, usando un termine che ben si addice a comportamenti intollerabili con un ruolo istituzionale. Dia spiegazioni Sindaco, non si può sottacere ad una ipotesi così grave come diffusa da esponenti della sua maggioranza. Ugualmente è intollerabile la sua ostinazione nel continuare a mentire, sapendo di farlo».

«Lei non è stato semplicemente moroso nel pagamento della Tarsu – sottolineano dall’opposizione – in realtà fino al 24 agosto 2012, è risultato sconosciuto agli uffici finanziari circa un immobile di sua proprietà e per il quale non aveva mai presentato la dichiarazione ai fini Tarsu. Non possiamo certo pensare che se non avesse avuto necessità di mettersi in regola con i pagamenti (nomina a Sindaco?), per vendere la sua abitazione, avrebbe continuato nella sua inadempienza, non versando quanto dovuto. E non può neanche affermare che l’immobile era privo di utenze poiché Lei ha chiesto l’applicazione della riduzione del 30% come unico occupante (come prevedeva il regolamento), dato che in quella casa ci risiedeva ufficialmente. Quindi l’immobile come poteva essere privo di acqua, luce e gas?»

«Da ultimo – proseguono Sebastiani, Diana, Perelli e Gerbino – appare necessario chiarire anche la questione della sua situazione patrimoniale pubblicata sul sito del Comune, che sembra essere passata in secondo piano, ma che, in realtà, è di primaria importanza per Lei che, della trasparenza, ha fatto un cavallo di battaglia. I fabbricati di sua proprietà, se la matematica non è un opinione, sono sei come risulta inequivocabilmente dalle visure catastali. Ci permettiamo di evidenziare: la casa in Via dei Flavi è composta da due appartamenti censiti distintamente in catasto oltre ad un garage; lo studio professionale in Viale Matteucci di cui ha la nuda proprietà e due negozi, anch’essi catastalmente divisi, uno in Via degli Oleandri e l’altro su Viale Matteucci».

«Quante sono allora le proprietà, Avv. Petrangeli? Tre o sei? Quante ne ha dichiarate all’Anagrafe degli eletti? Impari a contare prima di dimettersi. Le ricordiamo – concludono i consiglieri di minoranza – che è stato il segretario nazionale del suo partito, On. Vendola, a pretendere le dimissioni del ministro Idem. Ne tragga le ovvie conclusioni!»