La lugubre sagoma del Male assoluto

Il sangue è stato versato all’imbrunire. Sono stati uccisi i tre terroristi islamisti che hanno tenuto la Francia e il mondo con il fiato sospeso. Ma sul terreno si contano almeno quattro vittime civili. Innocenti che pagano il prezzo più alto sull’altare dell’odio.
In queste ore a Parigi, come nel profondo della Nigeria, qualcuno piange le vittime del terrorismo di matrice islamica. Se un filo conduttore si può individuare sta nella strategia dello Stato Islamico e di tutte le filiali terroristiche islamiste di fare terra bruciata attorno a sé, costi quel che costi. Si tratta di un’offensiva militare moderna e diffusa, i cui contorni capiremo meglio nei giorni e nei mesi a venire, mirata a costruire consenso attorno a un progetto politico espansionista che ormai lambisce le coste del Mediterraneo e che ha già lasciato dietro di sé una scia lunghissima di sangue.
L’Occidente intero è avvertito. Sono ore difficili e l’Europa dovrà chiedersi cosa fare per garantire ai suoi cittadini un futuro di sicurezza. Ma dovrà anche chiedersi cosa fare per non lasciare interi popoli, solo geograficamente lontani ma vicinissimi nel mondo globalizzato, nelle mani di chi vuole ergersi, in un gioco orribile e feroce, a nuovo padrone della storia.
Non è solo una partita occidentale. A Pechino come a Tokyo, a Canberra e a Wellington, a Giacarta come a Nuova Delhi, si può davvero pensare con leggerezza che questa faccenda dello Stato Islamico sia solo affar nostro? Chiunque venga sfiorato anche solo dal desiderio di gioire per le morti parigine e nigeriane, ricordi che una nuova lugubre sagoma del Male assoluto si profila all’orizzonte di questo piccolo pianeta sperduto nello spazio.