La Lectio del vescovo per ritrovare qualcosa di comune nei percorsi di ciascuno

Si è tenuta nella serata del 1 aprile, nella chiesa del convento francescano di Santa Chiara, la prima Lectio del vescovo Domenico sulle letture delle domeniche del Tempo di Pasqua. Una serie di incontri – ha spiegato mons. Pompili – che nascono dal desiderio di «ritrovare qualcosa di comune nei percorsi di ciascuno».

Una distanza da colmare contrastando «la mentalità molto pratica, efficentista, tecnico scientifica, dalla quale siamo come stregati».

«Abbiamo sempre qualcosa da fare: lo prova il fatto che abbiamo sempre meno tempo. Dormiamo sempre meno, siamo sempre più stanchi. E viene a mancare il tempo per le domande radicali, che sono diverse da quelle urgenti»: le prime «fanno inoltrare nel mistero della vita»; le altre riguardano il «Dove si va? Cosa si fa?», fanno crescere «la convulsione e la frenesia», e in questo modo «alimentano il nostro allontanamento dalla libertà, perché alla fine ci ritroviamo spesso disfatti, sfiduciati, in qualche modo inconcludenti. Il nostro sembra un agitarsi inoperoso».

Il rimedio è «ritrovarsi attorno alla Parola», con la quale «anche noi cristiani di lungo corso nella liturgia abbiamo un contatto troppo veloce, mentre fuori dalla liturgia il contatto ci pare impossibile e il testo impenetrabile».

«Ecco perché – ha aggiunto don Domenico – vogliamo concentrarci un’ora, non di più, nella quale stare sotto la Parola: per ritrovare alcune tracce del Risorto».

«Altra strada per incontrarlo non esiste» ha concluso il vescovo, invitando ciascuno a raggiungere tre obiettivi: «acquisire un ritmo paziente e disponibile all’ascolto e al silenzio, per sintonizzarsi sulla Parola», «ascoltare il nostro desiderio di libertà, che è così forte, soprattutto da giovani», e «ritrovare un livello di comprensione che ci faccia sperimentare come, al di là delle differenze, abbiamo molto in comune e lo dobbiamo riscoprire».

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