La città degli iettatori

Chi è lo iettatore? È l’uomo, va da sé, che porta sfortuna. Un compito tornato di moda, anche grazie alla TV e ad un attore delle nostre parti.

Ovviamente è tutta finzione. Però qui a Rieti più d’uno si direbbe intento a portar male sul serio. Non siamo certo superstiziosi. È che certi atteggiamenti preoccupano un po’.

Per strada s’incontrano facce poco rassicuranti: sguardi torvi, occhi che fissano nel nulla. Saranno mica iettatori?

Se proviamo a fuggirli immergendoci nei giornali è anche peggio. Ogni giorno si celebra un de profundis! Oggi la Provincia, domani l’Ospedale, domani l’altro le fabbriche… ma sono cronisti o menagrami? Qualche volta si direbbe facciano a gara con gli amministratori!

Ma il confronto è impari. Quelli a tristezza non li batte nessuno! Li vedi sempre alla ricerca di chissà quale altra strategia politica. Di solito affrontano i problemi con chiacchiere e vanagloria e mai che ne risolvano uno! Non sarà che se andasse tutto bene non saprebbero che fare? Che lasciano sempre qualcosa di irrisolto per non essere dimenticati?

Va bene, stiamo esagerando. Ma pare quasi che tutti abbiano la loro cattiva stella. Chi se la prende con gli imprenditori, chi con la politica, chi coi giornalisti… Fosse vero avremmo il cielo pieno di avvoltoi, civette e corvi che gracchiando sventure d’ogni genere.

Come se le cose a terra andassero meglio! A puntare il dito sono buoni tutti. Però non se ne vedono tanti impegnati a tirar fuori la città dalla palude. Fossimo medici dimostreremmo un gran talento nel fare le diagnosi, ma delle cure manco a parlarne.

Insomma: non si può essere sempre pessimisti o vittime della malasorte. Per un po’ consola, ma bisognerà pure darci un taglio. Qualcosa di buono la vita ce l’avrà ancora da offrire! O nel mondo sono finite le cose belle e piacevoli?

Di sicuro i giovani sapranno ancora essere felici. Hanno dalla loro la forza e la sfrontatezza dell’età, e pazienza se «del doman non v’è certezza».

E gli anziani come me? Se non altro hanno l’esperienza, l’aver vissuto. Come possono non coltivare la speranza che qualcosa cambi anche qui a Rieti? Che il mondo non s’è mai fermato lo dovrebbero sapere. Ma avranno imparato pure che per farlo girare meglio non basta lamentarsi.

E allora: riprendiamo il cammino con il sorriso. Magari all’orizzonte non ci sarà proprio l’arcobaleno, ma un domani lo troveremo di sicuro. Se sarà un buon giorno dipenderà anche da quello che faremo noi. E gli iettatori vadano pure a farsi friggere!

2 thoughts on “La città degli iettatori”

  1. Lorella Pistoni

    Questo è quello che vorremmo per i giovani, caro signor Vulpiani, un presente fatto di persone che abbiano a mettere in opera il proprio talento. Oggi è difficile infatti, sia riconoscerlo in sè che poterlo esprimere e sa anche perchè? Perchè c’è chi si improvvisa maldestramente e si incaponisce a voler fare ciò che a lui non è adatto. Un esempio? Lei. Si improvvisa giornalista e mi creda che se il suo ‘articolo’ fosse stato un temino per gli esami di terza media forse non sarebbe stato neanche promosso. Mi creda, lasci stare oppure si eserciti in silenzio (ma molto…) e impari una cosa soprattutto: il Rispetto per chi, invece, il proprio mestiere lo sa fare e anche bene. Mi permetta di parafrasare il suo ‘finalino’ di ‘articolo’ : ‘ Se sarà un buon giorno dipenderà anche da quello che alcuni di noi smetteranno di fare poichè non in grado. E i dilettanti vadano pure a farsi friggere!’… Segua il consiglio : abbia riconoscimento per ciò che gli altri riescono ad esprimere e si rilegga, se la cosa non disturba e ripugna anche lei.

  2. Ersilia De

    Io signore non la conosco, lei probabilmente sarà uno stimato giornalista,ma francamente,non ho capito il senso del suo articolo,Parte dal significato della parola Iettatore e poi continua con frasi che, mi perdoni, a me paiono più che banali, non certo degne di un esperto giornalista,a parte ciò,quello che trovo offensivo è il suo tono sprezzante verso ‘quel attore delle sue parti’ che ha reso di nuovo popolare la figura dello ‘iettatore’ in tv,lei ha pienamente ragione, è così: quell’attore ha portato il teatro e la drammaticità di Pirandello mescolata all’amara ironia di Totò in tv, io sono tra le tante persone che lo hanno apprezzato e conosciuto meglio,grazie a quella maschera che lui abilmente ha saputo indossare.Vuol forse mandare a farsi friggere anche Pirandello e Totò?, Lei è padrone di farlo, ma prima di giudicare e buttare lì frasi sprezzanti per poi farle seguire da tanta banalità, le consiglio, signore, anche vista la sua età, di ricordare un concetto importante che oggi purtroppo molti dimenticano, spesso: il rispetto verso gli altri,ha ragione i giovani prendono esempio dai più anziani, ma se questi ultimi, come nel suo caso, scordano di rispettare e denigrano gli altri cosa mai potranno imparare da loro i giovani?Se vuol parlare di pessimismo e di iettatori lo faccia seriamente senza offendere nessuno, tanto meno un suo concittadino che fa solamente il suo mestiere e lo fa al meglio e seriamente.

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